NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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San Lorenzo, il mistero della pietra

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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San Lorenzo, il mistero della pietra

Cosa l'ha spinta a cambiare il suo genere e scrivere un romanzo storico?

San Lorenzo, il mistero della pietra (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Non c’è stata una precisa intenzione di cambiare genere. Del resto mi sono cimentata in racconti come Variegato; in poesia con cinque sillogi pubblicate; in una biografia intitolata Tu non fuggi mai dalla mia testa – Esperienze di una maestra in Alto Adige tra le due guerre; in un particolare giallo - noir come Fuori tempo massimo; un libro per bambini, La leggenda di Dravella. In questo caso era l’argomento stesso che richiedeva di essere trattato come romanzo storico, alla stregua di quelli di Walter Scott".

La trama è romanzata, ma il contesto temporale è vero: come è riuscita a realizzare questo connubio?

"Non è stato difficile. È bastato riflettere sulla situazione nel medioevo in Europa e in Italia. Non molto tempo fa ho tenuto conferenze su Eleonora d’Arborea, le cui vicende si svolsero quasi contemporaneamente a quelle di Gisle, ma in Sardegna e in Spagna. Sarebbe interessante studiare le affinità e le differenze. Lancio una sfida ai giovani ricercatori. Inoltre nei miei pochi viaggi ho visitato alcune città della Germania e dell’Austria e conosco bene l’Alto Adige per esserci andata spesso in vacanza, così sono riuscita a descrivere i luoghi".

Come descriverebbe la figura del protagonista Gisle?

San Lorenzo, il mistero della pietra (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Gisle è un giovane intraprendente, coraggioso, generoso e onesto, fedele al suo Imperatore, ama viaggiare e portare a termine, nonostante tutte le difficoltà, il compito che gli è stato affidato: un vero cavaliere".

Il libro è un tributo alla figura di Vittorio Nado, studioso e storico vicentino scomparso da qualche anno. Com’è nata l’idea?

"Infatti vuole essere un tributo a Nado. La signora Olimpia, moglie di Nado, dopo aver letto i miei precedenti libri, mi ha chiesto di realizzare un desiderio di Vittorio, il quale, nonostante le sue ricerche, non era riuscito a dare un nome, né un corpo a 'quel gentiluomo di Germania' di cui parla il Pagliarini. Io non ho fatto altro che soddisfare la sua richiesta".

Lei scrive che questo libro le ha portato un rinnovato interesse per la storia medievale vicentina: è stato impegnativo rimettersi a studiare e documentarsi?

"Non è stato difficile ripassare la storia medievale. Anche se non l'ho mai insegnata, ho l'abilitazione per insegnare storia. Difficile è stato reperire testi e documenti che parlassero della Vicenza del '300. Oltre alla Storia di Vicenza pubblicata in più volumi da Neri Pozza e alle opere di Mantese, non ho trovato molto. Ferreto dei Ferreti ci parla dell'impressione che gli fece durante la sua adolescenza una serie di eventi che avevano interessato Vicenza: l'arrivo degli ambasciatori del re tedesco e futuro imperatore Enrico VII nel 1310; la disordinata fuga dei Padovani il 15 aprile 1311, sotto l'incalzare dell'esercito di Cangrande Della Scala, mentre una moltitudine di contadini impauriti si rifugiava con famiglie e masserizie sotto i portici della sua casa per sfuggire alle devastazioni dei nemici (abitava in San Faustino). Molti studiosi si rifanno al Pagliarino, perciò mi sono presa le libertà che un romanzo può permettere e non ho scritto un libro di storia. D'altronde dovevo dare corpo al gentiluomo di Germania e quindi ho lasciato i fatti storici sullo sfondo".

 

nr. 19 anno XXIII del 19 maggio 2018

San Lorenzo, il mistero della pietra (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)



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