NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Il Bacchiglione
e le porte di Debba

di Alessandro Scandale

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Debba

Claudio Grandis è in libreria con Le porte di Debba nel Bacchiglione - Uomini, barche e mulini in un borgo del contado vicentino tra XVI e XIX secolo. Il libro, presentato lo scorso 21 giugno in biblioteca Bertoliana, racconta di come in Veneto erano definite Porte le conche di navigazione, ovvero le costruzioni che permettono alle barche di superare dislivelli pericolosi durante la navigazione.

Debba (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica) Nel 1583 a Debba, pochi chilometri a sud di Vicenza, fu costruita una di queste conche a spese del privato Alessandro Bonrizzo, su autorizzazione del governo veneziano. La storia narrata in questo volume ha come protagonisti oltre ai proprietari della conca i membri della comunità locale – mugnai, barcaioli, fabbri e contadini – e le autorità locali preposte al controllo del prezioso manufatto. Uomini e donne che in questo angolo del contado vicentino vissero a contatto con il fiume, subendone spesso gli umori. La conca di Debba, che svolse anche la funzione di limite amministrativo fra l’ambito della città e il territorio vicentino, divenne un nodo cruciale della navigazione berica e del commercio con Venezia. Le Porte dunque erano manufatti costruiti negli alvei dei fiumi per consentire alle barche in navigazione di superare pericolosi dislivelli, o salti d’acqua simili a cascate. In questo modo si assicura un costante livello dell’acqua che permette alle imbarcazioni cariche di poter navigare. Bonrizzo fu un ricco mercante veneziano che prima di costruire la conca acquisì a Debba le quattro ruote di mulino e una vasta azienda agricola nella contigua San Pietro Intrigogna. A memoria di quanto realizzato, all’interno della conca pose una lapide sia per eternare l’evento sia per ricordare ai naviganti che il manufatto era proprietà privata.

La storia - leggiamo nella prefazione al libro - ha inizio nell’ultimo quarto del XV secolo. Il fulcro della narrazione ruota attorno al mulino di Debba e copre un arco temporale che dallo scadere del Medioevo, attraverso i secoli della dominazione veneziana (XVI-XVIII), seguiti dalla parentesi napoleonica, si addentra in quella austriaca (prima metà del secolo XIX), per concludersi nel Novecento. Accanto ai titolari che raccolsero l’eredità del mercante Bonrizzo, protagonisti di queste vicende sono i membri della comunità locale: mugnai, barcaioli, fabbri e contadini, con le pubbliche autorità preposte al controllo del prezioso manufatto idraulico. Uomini e donne che in questo angolo del contado vicentino vissero a contatto con il fiume, subendone spesso gli umori, impotenti di fronte alle periodiche esondazioni di un lunatico regime idraulico.

Debba (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)L'avventura inizia con una dote matrimoniale costituita nel 1467 e si conclude con un fatale contratto di nozze celebrato nel 1761. Più degli uomini distratti da affari, terre, mulini, raccolti e scadenze, le donne, impegnate a svolgere il loro ruolo coniugale, sono state il fulcro degli assetti patrimoniali. Il filo conduttore di questa storia passa proprio attraverso la loro vita, spesso dura e amara, quando non forzatamente reclusa tra le mura dei monasteri. Vite spesso oscurate dall’invadente ombra di altrettanti uomini, indaffarati a cucire e scucire un’interminabile tela di rapporti sociali ed economici non di rado a spese di figlie e consorti. La ricerca compiuta dall'autore ha svelato l’antica vocazione vicentina per la navigazione e il ruolo assunto dal trasporto fluviale. Aspetti di un passato che tanta parte ha avuto nell’economia della città, mutato solo nella seconda metà del XIX secolo con l’avvento della ferrovia. Per molti versi la conca di Debba resta il paradigma concreto del commercio di Vicenza con Venezia e non è fuori luogo sostenere che dall’ultimo ventennio del XVI secolo proprio “la man di porte” costruita nel Bacchiglione assunse a nodo cruciale della navigazione berica. Uno spazio fisico che nel tempo divenne un preciso limite amministrativo: chi imbarcava merci a valle della conca lo faceva in territorio vicentino e non più nella coltura di stretto ambito cittadino, com’erano considerate invece le merci stivate nei natanti ormeggiati a monte della conca. Senza dimenticare che in riva allo stesso fiume, a breve distanza lungo la sponda destra del fiume, operò l’importante mulino: quattro ruote collegate ad altrettante macine, mosse dalla generosa e costante spinta del Bacchiglione. Ruote che nel corso del XX secolo hanno lasciato il posto a turbine idrauliche generatrici di preziosa energia elettrica. E il passato della conca s’intreccia indissolubilmente alle vicende del mulino: furono, infatti, i mugnai che per secoli aprirono e chiusero le porte del vaso.

Nel 1903 il Ministero dei Lavori Pubblici pubblicò gli Atti della Commissione per lo studio della navigazione interna nella valle del Po, comprendenti la relazione dedicata a Canali e Fiumi di Padovana e Vicentina navigazione. Il prezioso elaborato del 1903 qualche anno fa saltò agli occhi del Comitato di San Gaetano, intenzionato a ripristinare una vecchia tradizione di Debba legata all’anguilla. L’intento degli organizzatori era dar vita alla “Prima Festa dea bisata e dee rane”. L’occasione gastronomica, tuttavia, voleva stimolare anche la riscoperta di una smarrita identità dell’abitato, costruita nel tempo proprio attorno alla vecchia e abbandonata conca di navigazione, particolarmente dopo l'alluvione del novembre 2010. Quella massa d’acqua risvegliò antiche paure mai sopite rimettendo a nudo il concreto rischio idraulico che da sempre grava sulle terre e gli abitati prossimi al fiume. Nel maggio 2012 per la prima Festa dea bisata e dee rane la riproduzione del progetto elaborato nel 1903, insieme ad altre preziose mappe inedite, è stata esposta in una sala situata accanto allo stand gastronomico: scontato sottolineare il fascino che tutte quelle immagini hanno suscitato nei visitatori. Quella Prima Festa ha gettato il seme di una preziosa collaborazione e fatto fiorire questo lavoro che, arricchito di ulteriori immagini, non proposte in quell’occasione. Questo libro è dedicato ad un’antica comunità e a quanti, residenti e non, amano e vivono lungo questa singolare Riviera Berica, sulle sponde del Bacchiglione laddove un antico Vo’ da secoli è chiamato Debba.

Abbiamo intervistato l'autore del libro.

Debba (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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