NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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«Valdastico Nord: basta chiacchiere, ora i fatti»

Decisa presa del posizione dei sindaci vicentini. Cunegato (Valli del Pasubio): «Servono scelte condivise per il prolungamento della A31»

di L.P.

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«Valdastico Nord: basta chiacchiere, ora i fatti»

«Valdastico Nord? Basta chiacchiere, ora i fatti, ma soprattutto serve chiarezza. Alla fine si dovrà arrivare per forza ad una scelta condivisa da tutti». A parlare è Armando Cunegato, sindaco di Valli del Pasubio, uno dei comuni vicentini interessati dal passaggio dell'autostrada A31 nel tanto atteso prolungamento verso il Trentino, che consentirebbe il completamento dell'arteria da Trento a Rovigo.

Da oltre 20 anni il comune di Valli del Pasubio, assieme a quello di Posina e ad altri tre del Trentino (Terragnolo, Trambileno e Vallarsa) sono riuniti nell'associazione "Comuni del Pasubio". Rappresentata dai rispettivi sindaci - oltre a Cunegato, il quintetto comprende anche Andrea Cecchellero, primo cittadino di Posina - l'associazione si riunirà nel corrente venerdì sera (8 febbraio) al ristorante "Al Passo", a Pian delle Fugazze («Non siamo in trasferta, né in campo neutro, solo a metà strada per tutti», scherza Cunegato) per un incontro che servirà per fare il punto della situazione, dopo un ultimo vertice avvenuto a dicembre, dopo il quale era stato reso noto un documento con relative lettere spedite ai rappresentanti della politica.

«Dopo il vertice di fine 2018 - precisa Cunegato - avevamo preso una posizione decisa, dando un parere nettamente contrario, sullo spostamento a Rovereto sud, rispetto a Trento, del completamento della A31 Valdastico Nord. Nell'occasione avevamo anche lanciato un accorato appello all’assessore regionale veneto alle infrastrutture e trasporti, Elisa De Berti, al neo presidente della provincia trentina Maurizio Fugatti, oltre che al ministro Danilo Toninelli».

Qual è la vostra posizione nello specifico?

«Valdastico Nord: basta chiacchiere, ora i fatti» (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Che questo nuovo progetto, pur essendo potenzialmente interessante soprattutto per Posina, che avrebbe un casello vicino, registra forti perplessità di natura tecnica-strutturale sul tracciato. Innanzitutto ci sono da chiarire aspetti quali il deturpamento del paesaggio naturale e incontaminato delle pendici del Pasubio e la quasi certa interferenza con le falde acquifere che alimentano gli acquedotti di Rovereto e dell'Alpe cimbra con oltre 50 mila persone servite. Da anni stiamo investendo risorse per costruire e promuovere uno sviluppo turistico e territoriale per valorizzare la montagna incontaminata, i prodotti tipici del territorio, l'agricoltura biologica e in generale uno sviluppo economico non di massa che in aree interne come le nostre può risultare vincente e sostenibile: il passaggio dell'autostrada interferirebbe con questo lavoro».

Voi siete contrari al proseguimento a nord della Valdastico?

«Detto che già nel 2012, i consigli comunali dei tre comuni trentini, si erano espressi sfavorevolmente all'opera, personalmente sono favorevole al completamento dell'arteria, che una volta ultimata la Pedemontana Veneta, è destinata a diventare uno snodo fondamentale non solo verso il Nord Europa ma anche verso l'Est. Per il bene di tutti dobbiamo guardare avanti, anche per il progresso: quando venne realizzata negli Anni Settanta si pensava fosse necessario completarla, ma in quel periodo non si poteva immaginare lo sviluppo industriale e imprenditoriale che ha poi avuto l'Alto Vicentino, che ora senza grandi arterie rischia di soffocare nel traffico».

Che cosa potrebbe scaturire da questo nuovo incontro dei "Comuni del Pasubio"?

«L'intenzione è di muoverci nuovamente e in maniera ancora più decisa nelle sedi competenti, sia coinvolgendo gli amministratori del Trentino che quelli del Veneto, che da qualche mese sembrano aver trovato un'unità di intenti dopo una “chiusura” durata decenni da parte del Trentino. Con il presidente Luca Zaia e con l'assessore Roberto Ciambetti c'è stato già qualche contatto informale, ma questo non può bastare, serve mettere nero su bianco, cercando di capire con i nostri politici anche cosa ne pensano a Roma, a cui spetta l’ultima decisione. Poi ci piacerebbe e in questo senso ci confronteremo proprio nella riunione di venerdì, sulla possibilità di allargare l'associazione anche ad altri comuni interessati al problema, Arsiero e Laghi, per quanto riguarda il Vicentino e ovviamente la trentina Rovereto».

Torniamo al possibile nuovo progetto che prevede lo sbocco a Rovereto Sud. Non c'è il rischio di dover ripartire quasi da zero?

«Assolutamente sì, con la perdita di ulteriori anni ma soprattutto sprecando soldi pubblici. Vorrei ricordare che sono stati spesi oltre 10 milioni di euro per la progettazione e gli espropri dei terreni riguardanti un altro tracciato sostenuto dal Veneto, quello che porta verso Trento. Inoltre i territori potenzialmente interessati dal passaggio della variante T5 non sono stati mai coinvolti né in fase progettuale né negli annunci attuali, tutte le notizie sono state apprese dagli organi di informazioni. Noi chiediamo che questo non avvenga negli anni a venire, ma che tutto sia chiaro e venga realizzato alla luce del sole».

Voi cosa chiedete nello specifico?

«Innanzitutto chiarezza, al di là delle appartenenze politiche. Inoltre tutte le scelte vanno condivise su chi vive il territorio: immaginiamo possa nascere una trattativa, che alla fine possa diventare un'opportunità per il territorio, ma che nel contempo possa salvaguardare anche la montagna, tutte le altre aree coinvolte con i loro cittadini. La politica deve dare una risposta seria, quella della Valdastico Nord è una "telenovela" che dura da troppo tempo: allora l'autostrada Milano-Roma fu realizzata in sei anni, qui siamo fermi quasi da mezzo secolo, anche se nel frattempo è stata completata la Valdastico a sud che era meno importante dello sbocco a nord e si poteva evitare».

 

nr. 05 anno XXIV del 9 febbraio 2019





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