NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Quando l'amore
ha bisogno di aiuto

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Strocchi

Amore o caso clinico? Capire quando una relazione ha bisogno di aiuto - Storie di vita è la recente pubblicazione firmata dalla psicoterapeuta e divulgatrice vicentina Maria Cristina Strocchi (edizioni Il Punto d'Incontro, Vicenza) che indaga ancora una volta un tema assai caro all'autrice, quello dell'amore di coppia e delle relazioni affettive più o meno problematiche. Il tema centrale è l'assunto che, quando l’amore è sano, ogni partner aiuta l’altro a tirare fuori il meglio di sé. Quando invece è “malato”, ci sono sofferenza, violenza psicologica e sensazione di impotenza di fronte a un partner che rimane rigido sulle sue posizioni, attribuisce sempre la colpa agli altri, è incapace di guardarsi dentro, di comprendere e migliorare.

Strocchi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Basato sulla lunga esperienza clinica di Maria Cristina Strocchi, specializzata in casi di “amore malato”, il nuovo libro, scritto con linguaggio semplice e accessibile a tutti, permette di riconoscere tutte le dinamiche perverse che possono insorgere in una coppia, aiutando così a ritrovare se stessi e a liberarsi da situazioni di disagio psicologico e violenza fisica. Perché questo titolo? L’amore è un sentimento che dovrebbe donare serenità. Quando c’è amore “sano”, ogni partner aiuta l’altro a tirare fuori il meglio di sé. Nel caso di amore “da caso clinico”, da qui il titolo del libro, c’è sofferenza, violenza psicologica, sensazione di impotenza di fronte ad un partner che rimane rigido sulle sue posizioni, attribuendo costantemente la colpa all’esterno di sé e incapace di guardarsi dentro, comprendere e migliorare. Anzi, non impara dall’esperienza di vita e ripete costantemente gli stessi errori. Nella mia esperienza professionale - scrive l'autrice - mi sono spesso imbattuta in persone, i miei pazienti, che sviluppavano problemi di ansia, depressione, ossessività o vere e proprie malattie psicosomatiche perché intrappolate in legami affettivi patologici all’interno della famiglia di origine o nei rapporti di coppia. Altre sviluppavano vere e proprie fobie in seguito a notizie di cronaca del tipo: “Madre depressa uccide i figli...” oppure “Persona tranquilla senza problemi stermina la famiglia e poi si uccide...”. Anche le persone che sanno creare una dipendenza affettiva patologica soffrono di alcune di queste patologie e sono violente sia psicologicamente che fisicamente. Nel libro Liberarsi dalla dipendenza affettiva in 5 mosse, io e i miei coautori abbiamo accennato ai narcisisti e agli psicopatici che a poco a poco uccidono l’anima delle loro vittime. Vengono attratti da persone buone e sensibili, riescono a leggere i loro bisogni, si presentano come speciali ma, una volta che le vittime sono entrate nella loro tela, iniziano a isolarle, svalutarle, colpevolizzarle e confonderle con discorsi fumosi, poco chiari, fino a creare uno stato di tale sofferenza da renderle schiave della relazione. In alcuni casi, quando queste vogliono interrompere la storia d’amore, che amore non è, si sente parlare di stalking e anche di omicidio. Queste notizie hanno allarmato molte persone, convinte di impazzire di punto in bianco e uccidere i propri cari. Nessuno si è finora preso la briga di chiarire che simili fatti sono frutto di specifici problemi di personalità.

Il libro si divide in una parte teorica in cui viene spiegata l’origine di questi problemi, la loro manifestazione comportamentale, e in una parte esperienziale con l’aggiunta di un esame attento delle problematiche inserite in un contesto specifico di vita. Due testimonianze contenute in questo libro sono state scritte, e a me consegnate, da persone direttamente coinvolte in relazioni con persone che soffrivano di disturbi della personalità. Ho pensato di dividere il libro in due parti. Nella prima presento, con un linguaggio più semplice possibile e alla portata di tutti i lettori, come si articola la nostra personalità in base al patrimonio genetico, ai legami affettivi che si strutturano con le figure di riferimento, ossia i genitori, e come questi, unitamente alle esperienze fatte nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza, contribuiscano a formare il nostro modo di interpretare e affrontare gli altri e il mondo. Nei primi anni di vita, come ha scritto Judith Beck, il bambino costruisce le sue credenze di base, ossia delle convinzioni su se stesso e sul suo valore che condizioneranno poi la sua vita e i suoi rapporti con gli altri. Purtroppo non tutti hanno avuto la fortuna di avere un buon patrimonio genetico e una famiglia in grado di dare amore e accoglienza.

Strocchi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Coloro che hanno vissuto in un ambiente familiare povero dal punto di vista emotivo-affettivo o che, peggio, sono stati rifiutati, traditi o abbandonati, creeranno delle credenze di base di inadeguatezza o di colpevolezza che li porteranno, in alcuni casi, a sviluppare i disturbi della personalità. Il bambino infatti, essendo dipendente dai genitori, ha bisogno di affetto, attenzione, gratificazione, sicurezza, sostegno nelle difficoltà, dialogo e ascolto, comprensione senza giudizio. Se non riceve soddisfazione di queste necessità primarie, non essendo in grado di fare una corretta analisi della realtà finisce per attribuire la colpa a se stesso, sentendosi inadeguato e privo di valore. Una volta diventato adulto, svilupperà comportamenti che gli impediranno di essere felice. La prima reazione è la resa, quando l’individuo, sentendosi colpevole e incapace, si sceglierà partner e situazioni che confermeranno le sue convinzioni di inadeguatezza. Ed ecco la vittima. Oppure cercherà di avere il controllo dell’altro, dominando, con l’illusione di valere qualcosa. Ecco il carnefice. O ancora potrà evitare i rapporti affettivi perché convinto di non esserne degno. Se a ciò si aggiunge una predisposizione genetica, il famoso interruttore che si può accendere, si conclama il disturbo della personalità. Nella seconda parte del libro sono presi in considerazione i vari disturbi, le loro caratteristiche peculiari, come si formano, accompagnati da storie o esempi tratti da relazioni di coppia realmente vissute. Questo aiuterà maggiormente a comprendere ed eventualmente a confrontarvi con tali realtà. Se qualcuno dovesse riconoscersi in qualche caso, può avere finalmente l’opportunità di prenderne coscienza e di chiedere aiuto. Alla fine della seconda parte, infatti, troverete dei suggerimenti anche per chi si trova coinvolto in relazioni di coppia con queste persone.

Abbiamo incontrato l'autrice ponendole alcune domande sui temi sollevati dal suo nuovo libro.



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