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Era l’8 marzo 2020. Il virus si stava lentamente impossessando della vita di tutti. Il Veneto iniziava a colorarsi di rosso. Padova, Treviso e Venezia, le prime province. E, a Vicenza, andava in scena il mercatino dell’antiquariato.
Poche ore dopo, il Governo decideva di far scattare il lockdown nazionale.
E così l’8 marzo diventò, per mesi, l’ultimo giorno di libertà.
Un anno dopo, nulla è cambiato. La curva epidemiologica torna a salire e l’amministrazione comunale è costretta a cancellare il mercato dell’antiquariato di domenica.
C’aveva provato a riportare gli espositori, un mese fa, tra Viale Roma e Campo Marzo. Tutto era andato nel migliore dei modi. Trenta giorni dopo, però, da Palazzo Trissino arriva l’ennesimo doloroso stop: domenica 14 gli espositori non arriveranno in città. “Troppo alto il pericolo contagio – sottolinea l’Assessore alle Attività Produttive di Vicenza, Silvio Giovine – La salute di tutti deve essere, in questo momento, al primo posto.
E intanto da Palazzo Trissino arriva anche una novità, in materia di tributi. Ovvero il canone unico patrimoniale. La tassa per l’occupazione, di spazi e aree pubbliche, e l’imposta comunale sulla pubblicità da oggi saranno accorpati in un unico pagamento. Pagamento che ogni anno porta quasi 3 milioni alle casse comunali.
Inoltre, per dare un aiuto concreto, alle attività già in ginocchio, le tariffe per la pubblicità rimarranno invariate.
Restano valide anche le procedure previste, lo scorso anno, dal regolamento Cosap, relativo all’occupazione del suolo pubblico.
Confermata l’esenzione, fino al 31 ottobre, per i plateatici, i mercati e le manifestazioni.
nr. 11 anno XXVI del 14 marzo 2021