Garofanini e rose gialle. È un piccolo pellegrinaggio degli affetti lacerati quello che avviene a Montegaldella, in via Vespucci, al civico 3.
I genitori di Marianna e l'amico Paolo depongono i mazzi sul muretto dove è avvenuto l'omicidio della 43 enne, uccisa dall'ex fidanzato Luigi Segnini, massacrata con 19 pugnalate l'8 giugno 2019.
Ed è Paolo a indicare il punto preciso dove giaceva il corpo tra i garage della palazzina.
Paolo Zorzi, l'amico di una vita, aveva accettato di accompagnarla all'ultimo incontro per la restituzione di alcuni oggetti.
In quello spaventoso pomeriggio di 2 anni fa anche lui è stato ferito quasi a morte, raggiunto dai fendenti rabbiosi dalla lama del killer. Colpito a un polmone e all'intestino, è stato stomizzato per un anno fino all'ultima operazione chirurgica.
“Avrei dovuto fare di più” è il pensiero che tormenta Paolo.
Aveva più volte messo in guardia Marianna dal carattere minaccioso del Segnini e quando lei gli chiese di essere presente a quel tragico incontro lui non ha esitato a dire di sì.
Ma gli eventi hanno subìto un'evoluzione drammatica ed entrambi sono finiti nel vortice di violenza del Segnini, armato di coltello da sub.
I genitori indicano la terrazza al primo piano dell'appartamento.
Tristezza senza fine negli occhi di mamma Luigia.
Mentre il papà non si arrende alla sentenza, 20 anni di carcere al killer sono troppo pochi e il 29 giugno a Venezia impugneranno la sentenza.
nr. 24 anno XXVI del 13 giugno 2021