+10,9%. L’industria vicentina vola e chiude il 2021 con numeri inaspettati. +29,5% è invece l’aumento dei prezzi delle materie prime. È la stessa faccia, in chiaro scuro, della stessa medaglia, quella chiamata ripresa. Che ora è destinata a scontrarsi con il 2022.
Confindustria Vicenza snocciola i numeri dell’ultimo trimestre 2021. Bene il livello produttivo annuale che supera l’annus horribilis del covid e batte addirittura il 2019. Il 66% delle aziende dichiara aumenti della produzione, a fronte del 10% delle ditte che evidenzia una lieve flessione.
Molto positivo il mercato interno, la domanda riprende anche qui a doppia cifra con un +10,3%, rispetto allo stesso periodo del 2020. Stesso incremento nel mercato europeo. Ma sono le esportazioni verso i paesi extra europei che raggiungono un risultato oltre le aspettative con un fatturato che è aumentato del 14,1%.
Bene anche liquidità e incassi, come l’occupazione: tra ottobre e dicembre 2021 segna un +2,5% del numero di addetti.
Fin qui tutto bene. Ma il futuro è tutt’altro che in discesa. Caro materie prime ed energia i nemici da vincere dopo il covid.
“Con la grande forza di un tessuto industriale di caratura internazionale, abbiamo concluso molto bene l’anno del rilancio. – commenta la Presidente di Confindustria Vicenza, Laura Dalla Vecchia - Ora, però, le condizioni internazionali e anche nazionali, vedasi la drammatica questione dei prezzi dell’energia per imprese e privati, sono profondamente diverse: nel 2022 dobbiamo pensare che stiamo ripartendo da capo.”
E questo lo sanno bene le aziende. La fine del 2021 ha aperto la strada ad un aumento dei costi di materie prime ed energia che ora sembra inesorabile.
Il 79% delle imprese è già intervenuta sui prezzi di vendita dei prodotti finali, con un incremento medio del +11,3%.
“Il caro prezzi e le difficoltà negli approvvigionamenti sono i due massi che stanno intralciando la strada della crescita – spiega la numero uno di Confindustria - I problemi vanno affrontati, senza attendere che passino da soli. Per superare questa fase, è importantissimo quanto affermato dal presidente Draghi, ovvero l’annuncio di un finanziamento da 30 miliardi per l’istruzione e la ricerca. È con la scienza, lo studio, la tecnica e l’applicazione industriale che usciamo da questo imbuto, non con gli annunci, non per decreto. Altrimenti – conclude la presidente Dalla Vecchia - la crescita incredibile del 2021 verrà ricordata unicamente come una vittorio di Pirro che pagheremo per anni”.
nr. 44 anno XXVII del 26 febbraio 2022