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Addio canottiere scollate e pantaloncini troppo corti. In classe solo con un abbigliamento «decoroso»: t-shirt e pantaloni sopra il ginocchio. Vietate le infradito ai piedi.
È la perentoria circolare della Preside del Liceo artistico De Fabris di Nove Anna Rita Marchetti: «La scuola è un’Istituzione dello Stato e, in quanto tale, luogo “abitato” da tanti cittadini, ai quali spetta il rispetto e il decoro dovuti a un’istituzione», scrive ai suoi alunni.
Ma punta l’indice soltanto sulle ragazze, quando descrive «abbigliamenti marinari» che la lasciano «perplessa per non dire allibita»: schiene in bella vista e pance scoperte. E si riferisce solo alle studentesse, quando precisa: «Da lunedì 16 maggio non saranno ammesse a scuola con questa tipologia d’abbigliamento e con pantaloncini e shorts che coprono a malapena il fondoschiena».
Un “diktat” che ha fatto scattare la protesta degli studenti. «Questa circolare ha portato molto malcontento a scuola», racconta Micol, rappresentante di consulta del liceo De Fabris: «Il trattamento che riceviamo come studentesse ci discrimina proprio in quanto donne e pone un’attenzione specifica ai nostri corpi rispetti a quelli dei nostri compagni. Si crea una scuola sicura e decorosa partendo anche dal rispetto e dalla parità, cercando in primis di coinvolgere la componente studentesca senza arrivare a minacciare le ragazze “mal vestite” di non poter frequentare le lezioni».
I rappresentanti degli studenti sono comunque pronti al dialogo: «Siamo convinti che una soluzione ci sia e vogliamo risolvere questa sgradevole situazione portando le nostre istanze e le nostre proposte in maniera educata e rispettosa ma puntuale alla dirigenza».
nr. 11 anno XXVII del 21 maggio 2022