NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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Le tre ragioni di Matteo Renzi

di Mario Giulianati
22 febbraio 2014

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Interventi

02MACALUSO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Emanuele Macaluso, giornalista e uomo politico, oltre che sindacalista, comunista già prima della caduta del Partito Fascista, quindi non certo uno che ha cercato rifugio o un voltagabbana, nato nel 1924, quest’anno, a marzo segna le sue 90 primavere, visto che gli anni li compie proprio il 21. Tra le tante cose fatte nella vita, deputato e senatore, direttore dell’Unità, autore di un bel po’ di testi politici importanti e fu anche uno degli ispiratori, e sostenitori, dell’esperimento milazziano che mise in atto un governo siciliano sostenuto da comunisti, socialisti, Movimento Sociale Italiano, monarchici e alcuni DC. In questi giorni ha rilasciato una intervista a “Forniche.net” dove dice, tra altre cose, che le ragioni per le quali Matteo Renzi ha congedato, così di fretta, Enrico Letta sono anzitutto nel desiderio, da parte di Renzi, di mantenere il ruolo di leader del Partito e di prendersi quello di Presidente del Consiglio: “Grazie al quale egli potrà ENRICO_LETTA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)scegliere quando interrompere la legislatura e promuovere nuove elezioni”. La seconda ragione, la più squisitamente politica è quella relativa al fatto che le “grandi difficoltà in cui era immerso l’esecutivo delle ex larghe intese. Il segretario democratico nutriva il timore di un logoramento inesorabile del PD e della propria leadership, giunta all’apice dei consensi popolari” La terza, di natura molto concreta Nelle prossime settimane bisognerà procedere a circa 50 nomine dei vertici di grandi aziende pubbliche, tra cui Eni, Enel, Poste e altre realtà industriali strategiche. È partita una corsa che Renzi non poteva lasciare nelle mani di Letta. Nell’ambizione sfrenata a governare rivendicata dal numero uno del Nazareno rientra la voglia di protagonismo nell’imminente stagione di designazione dei “manager di Stato”. Perché il sindaco di Firenze vuole governare anche organizzando il potere diffuso nei gangli economici del nostro paese”. Sarebbe interessante verificare se il nuovo prossimo futuro Presidente del Consiglio dei Ministri nel prendere in mano la faccenda relativa a queste 50 nomine, pesanti, non solo come impegno professionale, che ci auguriamo ci sia in ogni caso unito ad un alto senso dello Stato e della etica, ma pesanti anche come retribuzione, riesce a far si che le indennità di questi nostri grandi servitori del bene comune vengano ridimensionate in misura tale da essere di assoluto esempio a tanti italiani che di questi tempi viaggiano sull’orlo della povertà. Riporto un paio di dichiarazioni di Macaluso, che possono non essere condivise ma certamente provengono da una personalità politica di assoluta coerenza e coraggio, componenti che oggi raramente si notano negli attuali personaggi politici. La prima recita “Renzi per sua 02moretti (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)natura e ammissione è divorato dall’ambizione. Ma è soprattutto il PD che ha offerto una prova preoccupante. Apparendo come una forza che non ha, sul piano politico e dei rapporti personali, un minimo di spessore. Viviamo forse il momento più basso nella crisi politica e di rappresentanza”. Qui sarebbe interessante sentire che ne pensa, ad esempio, la on. Alessandra Moretti che, pare, di recente si sia riscoperta “renziana” e abbia affermato (La Nuova Vicenza) “Basta parlare di responsabilità, la parola d’ordine che esce dalla direzione del Pd è un’altra: coraggio. ….Renzi ha parlato di ambizione, la sua e di tutto il Partito Democratico: si tratta di avere la volontà e la forza di imprimere una svolta nel governo del Paese …….non di staffetta si parla, ma di vera e nuova possibilità di rialzare la testa. ….Ora Renzi metta a frutto le sue capacità di leader…”. La seconda, sempre di Macaluso: “Il Cavaliere (Silvio Berlusconi-ndr) è finito politicamente. Gli stessi poteri economici hanno capito che la sua parabola è tramontata. Altra cosa è verificare se la destra riesce a organizzarsi autonomamente. Se le forze conservatrici e moderate puntano nuovamente su Berlusconi non hanno speranze”. E ora sarebbe altrettanto interessante sentire l’opinione di qualche esponente del NCD, e magari anche di qualche rappresentante di FI.

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