NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il diritto di criticare

di Mario Giulianati
26 aprile 2014

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Interventi

MATTEO_RENZI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)L’Italia è ancora nella bufera ma, almeno per una buona parte degli italiani, rinasce una piccola speranza che questo giovane premier, Matteo Renzi, dalla lingua sciolta e da una buona dose di coraggio (augurandoci tutti che non sia incoscienza) affronti i problemi, che in realtà sono antiche malattie spesso degenerare in cancrene, e, magari in qualche misura riesca anche a risolverne qualcuno. La grinta c’è e l’ha dimostrata qualche giorno fa, in una conferenza stampa, alquanto anomala rispetto agli incontri con la stampa che erano in uso per il passato, dove ha confermato la decisione sua, e del governo, tra le diverse decisioni assunte, quella di tagliare gli alti stipendi di burocrati, dirigenti, amministratori di aziende a partecipazione statale. I rumori seguiti qualche settimana fa all’annuncio che i grandi servitori dello Stato, ovverossia i presidenti, gli amministratori delegati e quanti ricoprano incarichi affini, avrebbero dovuto accettare drastiche riduzioni delle ricchissime retribuzioni attenute fino ad ora, furono frastornanti. Ricordiamo, per esempio, la reazione del dott. Mauro Moretti – al tempo amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato, Presidente della MORETTI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Fondazione FS Italiane, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Grandi Stazioni ecc. ecc. ecc. Ora una reazione, più pacata nei toni ma non per questo meno forte, giunge dalla Associazione Nazionale Magistrati che non condivide, e questo è comprensibile, la decisione del Governo di applicare anche alla Magistratura il tetto massimo di 240.000 euro. A dire il vero la maggior critica si riferisce al metodo utilizzato dal Premier, cioè al fatto che non sia stata discussa la decisone con le rappresentanze di Anm. Il timore, manifestato da Anm, è che questa decisioni intacchi la autonomia del magistrato, caratteristica questa che è essenziale per en svolgere il suo mandato. Il Premier, riporta il Corriere della Sera, dice “ Io non commento le sentenze e mi aspetto che i giudici non commentino le leggi che li riguardino”. Mentre sono SABELLI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)concorde con il Premier per quanto riguarda il tetto massimo delle retribuzioni, fissato nella indennità che spetta al Presidente della Repubblica, che tra l’altro è anche il primo magistrato d’Italia, non concordo con il fatto che sia le sentenze sia le leggi non possano essere commentate e criticate e mi ritrovo nelle posizioni espressa dal segretario di Anm, Rodolfo Sabelli, che, sempre su Il Corriere della Sera, dice “Così come si possono commentare e criticare le sentenze, si possono commentare e criticare le leggi”. Credo anche che questo concetto valga per tutti, non solo per i magistrati o i politici, ma anche per qualsiasi cittadino. Ritengo questo un principio fondamentale in un paese democratico e liberale, casomai si tratta di linguaggio, sicuramente chiaro e forte se ritenuto necessario, ma sempre rispettoso e corretto nei toni e nei termini. Così come ritengo assolutamente indispensabile che tutti, ma proprio tutti, nello spirito della Costituzione (art. 53), anche gli alti livelli della Magistratura, debbano partecipare concretamente al salvataggio del Paese. In poche parole va salvaguardato il diritto di criticare e va incentivato il sentimento della solidarietà nazionale.



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