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“Non sono d’accordo con le tue idee ma mi batterò fino alla morte perché tu possa esprimerle”. Questa dichiarazione di Voltaire è riportata giustamente e molto opportunamente, su il Giornale di Vicenza, dal Direttore Ario Gervasutti e personalmente credo che dovrebbe essere incisa in tutte le coscienze di coloro che si proclamano democratici. Altra frase virgolettata, sempre del Direttore del Giornale, recita “non tolleriamo gli intolleranti”. Dichiarazione, che il giornalista descrive come un grido lievemente schizofrenico, e che è esattamente il contrario di quanto detto da Voltaire. Non credo che quanti sono caduti in battaglia, durante la guerra civile, quanti sono morti nei campi di concentramento e di sterminio, quanti sono stati uccisi nelle rappresaglie e hanno vissuto i loro ultimi momenti con l’orgoglio di essere si vittime ma nella verità, sarebbero oggi lontani dal pensiero di Voltaire e vicini a quanti si impossessano del vessillo da sventolare nelle occasioni che consentono di esternare violenza e 
intolleranza. Non solo a Vicenza, non solo a Padova, ma in ogni situazione dove si determinano le condizioni per un confronto che si vuole, da una parte o dall’altra, trasformare in uno scontro. La violenza è la matrice della intolleranza. È la violenza che è dentro la persona, il gruppo, che determina la intolleranza. Se esistono elementi provanti e indiscutibili che un qualsiasi movimento pseudo politico, infrange deliberatamente e scientemente il dettato costituzionale, allora esiste un Parlamento che può essere democraticamente sollecitato a definire fuori legge questo movimento. Evidentemente è pieno diritto di chiunque, in nome di una democrazia sostanziale, di esprimersi contro ogni opinione che non si condivida, ma non è affatto democrazia se nel fare ciò si lanciano sassi, si assalgono le Forze dell’Ordine, giungendo ai pestaggi e, magari anche di peggio. Cercando con ogni mezzo di impedire la libera espressione del pensiero altrui. Se questa espressione è contro la Legge esistono gli strumenti legali per tacitarle e solo questi debbono essere attivati.
Ritengo che proprio una città come Vicenza, l’unica in Italia ad essere insignita di sue medaglie d’oro, una risorgimentale e l’altra resistenziale, assuma con questo una grande responsabilità e quindi abbia il dovere di esaltare al massimo il pensiero di Voltaire e fare in modo che il suo messaggio di autentica democrazia, quindi nell’assoluto rispetto dei principi fondanti della Costituzione, giunga ovunque è possibile farlo arrivare. Penso che il confine tra il lecito e l’illecito stia proprio nell’atteggiamento di rispetto, o meno, nei confronti della Costituzione e che il punto di incontro tra tanti pensieri e convinzioni di diversa matrice possa essere trovato proprio nella Costituzione che certamente abbisogna di essere riletta e adeguata ai tempi, ma non certo nei principi fondanti la nostra democrazia.
