NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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Scuole Statali e Scuole Paritarie

di Mario Giulianati
31 luglio 2015

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Interventi

SCUOLA_PARROCCHIALE (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Traggo da “OrizzonteScuola.it» alcuni numeri, fonte del MIUR, relativi all’anno scolastico 2013/14, riguardanti la consistenza, numerica, delle strutture scolastiche statali “LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE STATALI sono 8.644 e si articolano in 41.483 sedi scolastiche distribuite sul territorio nazionale. Il numero maggiore è in Lombardia (1.149), seguita dalla Campania (1.030), dalla Sicilia (888) e dal Lazio (768). Fanalino di coda il Molise (82). Come tipologie, 627 sono i circoli didattici, 274 gli istituti principali di primo grado, 4.881 gli istituti comprensivi, 2.862 quelle del II ciclo e istituzioni educative". Di queste strutture “Il 32,5% delle sedi scolastiche è della scuola d'infanzia, 37% è della scuola primaria, il 17,5% per le medie, il 13% per la scuola secondaria di secondo grado (licei ed istituti tecnici)”. Da In Terris - Online International Newspaper, riprendo “Le scuole paritarie attive nel territorio nazionale nell’anno scolastico 2913/14 erano 13.625, il 71,8% dell’infanzia, il l’11% della primaria, il 5% della secondaria, il 12,3% della secondaria di secondo grado”. Altri dati ci dicono che gli studenti delle scuole pubbliche, di ogni livello, sono circa 7,8 milioni mentre complessivamente quelli delle scuole paritarie sono frequentate da poco più di un milione di studenti. Si parla di scuole “paritarie” il che significa che hanno gli stessi doveri, sul piano didattico e su quello relativo al personale docente e i loro esami conclusivi di un ciclo scolastico si svolgono con la presenza di una commissione esterna e pure il presidente viene nominato dal dirigente provinciale statale. Quindi da questi numeri sono esclusi quegli istituti privati che paritari non sono. Pressappoco un decimo del mondo scolastico grava minimamente sullo Stato e supplisce evidentemente ad una carenza dello stesso, soprattutto in un settore, asili e scuole primarie, che con 10.000 asili coprono l’intero paese e si articolano anche nelle comunità più piccole. Tra tutte le scuole paritarie il 63% sono scuole cattoliche. Tanto per completare un breve panorama di questa realtà diremo che moltissimi asili sono sostenuti dalle parrocchie in realtà territoriali dove l’asilo pubblico statale non è presente. Certamente questo mondo privato paritario riceve un qualche aiuto dalla Stato ma sempre per lo Stato rappresenta un risparmio notevole essendo, grosso modo, un dieci per cento del complesso sistema scolastico. Ora, sempre da In Terris, rilevo che “la Corte di Cassazione ha riconosciuto la legittimità della richiesta dell’Ici avanzata nel 2010 dal Comune di Livorno agli istituti scolastici del territorio gestiti da enti religiosi. Questo genere di pronunciamento da parte della Suprema Corte di Cassazione è il primo in Italia… Gravare sui bilanci degli Istituti non potrà che ripercuotersi sulle rette, nel migliore dei casi aumentando il divario tra chi si può permettere un certo tipo di offerta scolastica e chi invece sarà costretto a “scegliere” la scuola pubblica, nel peggiore rendendo insostenibile la stessa sopravvivenza delle scuole". Non entro in merito alla sentenza ma mi permetto di rilevare che vi è in Italia, e non si insista nel dire che il Francia o Germania questo atteggiamento dello Stato è normalissimo nei confronti delle scuole paritarie, perché non è affatto così, una linea di pensiero, che nasce da una espressione della Costituzione, cavalcata non sempre ma spesso dalla Sinistra. Ad esempio a Livorno, sopra citato, l’Amministrazione Comunale nel 2010 era guidata da un sindaco di Centrosinistra, sig. Alessandro Cosimi, eletto al primo turno (51,5%) nel 2009. Un Centrosinistra che nel 2014 perdeva il controllo del Comune, dopo vari decenni di supremazia, a favore del Movimento 5 Stelle. Può essere che la richiesta fatta dal Comune nei confronti delle due scuole cattoliche abbia, in qualche misura, contribuito alla sconfitta. Non si comprende perché, alle scuole pubbliche locali la Amministrazione di Livorno non abbia chiesto il pagamento dell’Ici visto che la Legge n.62 del 2000 ha riconosciuto, in modo inequivocabile, la “funzione pubblica” della scuola paritaria. Magari non sarà così ma la richiesta dell’allora Amministrazione di Centrosinistra ha un forte sapore ideologico.

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