NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Sentirsi prigionieri in casa propria

di Mario Giulianati
7 novembre 2015

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Interventi

Uno dei problemi cardine della nostra società, sia localmente che ormai globalmente, è quello della sicurezza. Tema-problema che non ha una sola faccia, anche se, a seconda dei momenti privilegiamo una piuttosto che un’altra, ma è di fatto piuttosto articolato e cammina in parallelo con la libertà. Altro tema che presenta più aspetti.

prostitute (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)La sicurezza è tale sul terreno della personale e collettiva garanzia sia dei beni come della propria vita. Che è poi quanto chiede, di questi tempi, la maggior parte della gente. Innumerevoli episodi, forse anche accentuati sia dai mas media ma soprattutto dalla tensione che si è via via formata nelle persone, sono accaduti ed è stato messo in discussione il diritto alla propria difesa. Ma la domanda di sicurezza riguarda anche la sicurezza del lavoro, la sicurezza del futuro, quindi anche quello dell’assistenza della salute e nella vecchiaia. La sicurezza sulla strada. La difesa del territorio. Insomma tutta una serie di garanzie affinché la “persona” possa vivere e operare nella miglior serenità possibile. Quindi ecco il collegamento con la libertà, che è certo libertà di espressione, di manifestare il proprio pensiero politico e religioso. Ma soprattutto è libertà dal bisogno e, conseguentemente dalla paura. Ovverossia dalla sudditanza che proviene quando si abbisogna del necessario e non lo si possiede per merito del proprio lavoro, del proprio risparmio, del frutto della propria intelligenza, ecc. E quindi si diventa deboli e indifesi. Non liberi. Oggi a Vicenza si intrecciano i due concetti: sicurezza e libertà, sul piano del diritto alla normalità della fruizione della propria città. Episodi di notevole gravità che vanno dal traffico di stupefacenti, alla prostituzione, ai furti e alle rapine, alle risse fino anche alla mendicità organizzata e ancora al disturbo della quiete pubblica, che pare cosa da poco ma proprio non lo è, tutto questo crea grande insicurezza e limita notevolmente la libertà della persona.

ROTONDI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)L’assessore alla sicurezza, ad esempio, ci fa sapere che il traffico degli stupefacenti si è, almeno temporaneamente, spostato da Campo Marzo, ad altre zone della città. Interessante ma il problema esiste, non è stato debellato ma solo momentaneamente contenuto per merito della Polizia, dei Carabinieri e in parte anche della Polizia Urbana. Tutte istituzioni che vanno fortemente ringraziate. Ma debellato non sul piano di una strategia complessiva che preveda anzitutto la presa d’atto che si tratta di una battaglia da combattere sul terreno del costume, del comportamento di tutti. Ci si chiede, sempre per fare un esempio, a che cosa sia servito trasferire l’ufficio dell’assessorato alla sicurezza dalle parti di Via Torino, facendone un motivo mediatico interminabile o quasi, per poi verificare che la malavita ha trasferito in quell’area la propria attività.

degrado (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Significa che si brancola nel buio e ci si inventa qualche cosa che possa fare un po’ di rumore. Non che si affronta il problema in modo complessivo e, perché no, scientifico oltre che realistico. Non credo che la responsabilità sia da assegnare all’assessore dott. Rotondi. È solo un componente di una squadra, la Giunta comunale, che ha un direttore d’orchestra titolato e una vice direttore un po’ meno titolato, oltre a qualche primo violino che il più delle volte suona spartiti diversi. Nell’insieme una squadra che non è per nulla in grado di affrontare e risolvere questo, e qualche altro, problema. Si muove su tre binari: quello del frastuono mediatico, quello dei rinvii, quello dello scaricare su soggetti terzi la responsabilità. Nulla che garantisca sicurezza e libertà. Non sono pochi i vicentini che si sentono prigionieri in casa loro. Non è per niente una bella impressione.



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