NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Hüllweck: ecco cos'è il teatro

di Giuseppe Brugnoli

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Hüllweck: ecco cos'è il teatro

Invidia, gelosia?
«La chiami come le pare, comunque c'era e in parte è rimasta. Pensi che questo teatro era atteso, vagheggiato, desiato da più di sessant'anni. In questi decenni sono stati approvati e finanziati ben 36 progetti per ricostruire almeno uno dei due teatri caduti sotto le bombe. Se il teatro fosse stato costruito entro 50 anni dal bombardamento, cioè entro il 1994, il nuovo teatro sarebbe stato pagato dallo Stato sotto la voce danni di guerra. Perchè per cinquant'anni non si è riusciti a realizzare quest'opera? Solo per invidia, rabbia e gelosia, perché ogni Sindaco aveva qualche potente di turno che voleva sottrargli il merito di ricostruire il teatro».

Invidia e gelosia non sono sentimenti soltanto vicentini: si usano un po' dappertutto. Ma come mai Lei è riuscito in una impresa in cui si erano cimentati inutilmente tutti i Sindaci che l'hanno preceduta?
«Forse perché sono stato molto aiutato, ma soprattutto perché sono riuscito a dribblare gli ostacoli che furono esiziali per i miei predecessori. Tra tutti ricordo, perché la vicenda è ancora presente in tanti che lo conobbero e lo stimarono, il Sindaco Chiesa, che mi è particolarmente caro perché era anche lui medico come me. Ebbene, nella serata successiva alla decisione di Giunta di costruire il nuovo teatro, non fece a tempo ad abbracciare la moglie per la gioia di quella notizia, che venne raggiunto da un telefonata che gli annunciava il contrordine: il teatro non si sarebbe più fatto come avevano deciso. Questo episodio dimostra la carica di invidia che ci fu a Vicenza e che colpì (e in parte continua a colpire) anche me. Non solo il nuovo teatro fu osteggiato all'atto della sua costruzione, quando si giunse perfino ad applaudire il fallimento della ditta che aveva vinto l'appalto dei lavori, ma ancora oggi continua a essere osteggiato. Oggi l'opinione pubblica cittadina si divide sul teatro nettamente in due: la stragrande maggioranza è a favore e una piccola minoranza rumorosissima è contro. La divisione non è politica quanto sociologica. La stragrande maggioranza dei cittadini, comprendente la gente comune, è contenta, oserei dire fiera del nuovo teatro, che sente come cosa sua: un'opera che dà lustro alla città e accontenta i suoi cittadini. Le critiche, il gelo, vengono da alcuni salotti pseudoculturali e pseudosnob: salotti che si erano affezionati a una cultura per pochi, in una città senza teatro, dove il cosiddetto popolo era escluso dal piacere di andare a teatro, anche perché non è per tutti andarsene a Milano, Venezia o altrove. Ma a darci un quadro della realtà circa l'amore dei vicentini per il nuovo teatro è il numero degli abbonamenti assolutamente insperato, che ci permette una programmazione che molti ci invidiano».

Forse a Vicenza non si sentiva molto la necessità di un teatro perché c'era e c'è l'Olimpico.
«L'Olimpico, il più bel teatro del mondo, è un monumento delicato, non riscaldabile né refrigerabile, per cui può vivere solo cinque mesi all'anno e per non più di quattrocento spettatori. Non può ospitare i balletti né la maggior parte delle opere liriche. Il nuovo teatro è fruibile tutto l'anno, ha una sala da quasi mille posti, un ridotto di altri quattrocento posti e un ridotto più piccolo da centoventi posti. Sul suo palcoscenico si possono ospitare anche tutti quelli spettacoli che all'Olimpico non si possono fare».

C'è qualche problema di acustica però.
«Come quasi sempre accade quando si costruisce un teatro nuovo (vedi caso emblematico del nuovo Auditorium di Roma) ci vuole un tempo di rodaggio per rilevare e annullare i difetti che le costruzioni quasi sempre si portano dietro. Da noi si è visto che in alcune zone della sala il suono non giunge bene. I difetti sono stati rilevati e studiati, con analisi e simulazioni affidate a equipes universitarie che ci hanno già fornito la soluzione del problema. Si tratta di compiere alcuni ritocchi, fortunatamente molto meno costosi di quello che ci saremmo aspettato. I lavori inzieranno al termine della attuale stagione per non disturbare gli spettacoli ormai programmati. Sia chiaro però che quando parliamo di difetto acustico si parla dell'uso della sala senza microfonatura: quella microfonatura che oggi si usa ormai quasi dappertutto, Arena compresa e con la quale ci si potrebbe già accontentare. Noi però cerchiamo le soluzioni migliori».

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