Certi artisti ritengono che molti titoli siano intoccabili e che si possano concedere solo delle piccole variazioni, rimanendo nell'ambito dell'intento originale: pensano che le versioni completamente diverse snaturino l'opera e diffondano idee sbagliate. Altri invece ritengono che le opere d'arte siano di tutti e che sia giusto apportare modifiche anche consistenti per favorire la creatività. In Italia abbiamo un detto latino: "In medio stat virtus". Come potrebbe essere rappresentata questa virtù che sta nel mezzo a due linee di pensiero così differenti?
M.S.: «Io ho visto dei Laghi con Odette incinta e Schiaccianoci altrettanto rimaneggiati…».
M.K.: «Il mio punto di vista è molto semplice: non si può toccare il classico. Per favore, se vogliono fare qualcosa di nuovo facciano un'altra cosa!».
Esistono degli autori di libretti e coreografi, oggi, che un giorno potrebbero essere così storicizzati e influenti sulla cultura mondiale come lo sono stati questi grandi del passato?
M.K.: «Al momento proprio no. Magari tra qualche anno. Sicuramente si sta facendo molta ricerca, si provano a fare molte cose, ma i risultati…»
Molti pensano che l'artista sia necessariamente una persona che soffre. Per l'artista, però, l'arte è qualcosa che dà gioia. Soprattutto quando si parla di poeti o musicisti, si ha l'idea che siano persone malinconiche. Per un ballerino quale stato d'animo favorisce la ricerca interpretativa e creativa?
M.K.: «Per me lo stato d'animo dell'amore è quello che dà più forza. Io costruisco qualcosa di nuovo quando amo».
Una volta abbiamo intervistato Jeremy Irons e ci disse che secondo lui «l'arte è come l'amore: è molto difficile da descrivere, ma quando li incontri li riconosci».
M.K.: «Ben detto! Sono molto d'accordo».