NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Testimone a Venezia di un fiasco in teatro

È Fabio Monza, che nel 1565 vide e descrisse una clamorosa quanto indimenticabile serata

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Un vicentino testimone a Venezia di un Fiasco in t

(g. ar.) - Andrea Palladio al committente vicentino Vincenzo Arnaldi il 23 febbraio 1565, subito dopo, dunque, la chiusura del cantiere e la consegna del teatro di Palazzo dei Foscari agli attori per le prove della recita, scriveva come liberandosi di un peso diventato tanto opprimente dal farsi insopportabile: «Ho fornito di fare questo benedetto theatro nel quale ho fatto la penitentia di quanti peccati ho fatto e sono per fare». Una dichiarazione a futura memoria, dunque, in cui il non ancora affermatissimo architetto delle mille ville e dell’Olimpico svelava a chi lo pagava tutta la propria frustazione per aver dovuto affrontare e superare nel corso della “fabbrica” del nuovo teatro di Venezia tante dannazioni e tanti ostacoli che raccontare tutto non si può.
Il bello è che questa lettera precede la sera della prima. Dopo fu se possibile anche peggio perché lo spettacolo segnò un quasi prototipo del fiasco come lo conosciamo, e tanto lavoro preventivo parve andar dissolto dalla scarsissima vena artistica degli attori. Tutto questo e molto altro si trova nel diario di un altro vicentino, Fabio Monza, che all’avvenimento fece da testimone oculare. L’altro testimone, ma di questi giorni, è Lionello Puppi. Ci ha scritto un libro.


Il racconto di Lionello Puppi: Palladio disperato, attori… truffaldini

Lionello PuppiFabio Monza, vicentino, si mise in cammino in quel giorno del 1565, per raggiungere Venezia. Nel dire “in cammino” si intende ovviamente una lunga avventura di stampo quasi migratorio che comprendeva varie frazioni di viaggio e ancor più vari mezzi di trasporto.
Da Vicenza a Padova si andava solo con un carro a cavalli o a cavallo, da Padova a Venezia c’era la barca. Non proprio a Venezia, ma a Fusina. Per trasferirsi da lì al centro della Serenissima si passava alla gondola.
E poi finalmente si arrivava a destinazione.
Tanto lungo e affaticante il viaggio, che Fabio Monza scelse di partire il giorno prima e di chiedere per la notte ospitalità, che ottenne, alla legazione di Vicenza a Venezia. Così, prima di rimettersi dalla fatica, avrebbe avuto il giorno dopo praticamente quasi tutto a disposizione e si sarebbe potuto presentare all’ingresso del nuovo teatro palladiano con tutto comodo. Anche questa speranza andò delusa, così come più tardi fu delundente lo spettacolo messo in scena dalla compagnia Degli Accesi che si presentò alla prima poco preparata, impacciata oltre misura in alcuni elementi chiave della scena e per di più con un’anticamera durata ore davanti al teatro tra liti zuffe e spintoni, nonché un ritardo chilometrico dello spettacolo vero e proprio.

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