Scoppia così come una bollicina il grande baraccone dove tutto è cultura e che fagocita indifferentemente arte e tecnologia, fumetto e chiacchiericcio; con ineffabile leggerezza, Paperina riduce a icone per un divertente caotico display creatori e creazioni, da Picasso a Harry Potter, Joseph Kosuth con Gina Pane, Joseph Beuys accanto a Francis Bacon, Jackson Pollock che richiama infuriato all’action painting, ma anche Bill Gates dai denti a tastiera, ET e Mickey Mouse, che si spappola sul foglio grondando lacrime di colore.Insieme al laborioso almanacco di personalità e personaggi si dissolvono quali pozzanghere al sole le parole dette e scritte in decenni di elucubrate dissertazioni, dotte o soltanto opportuniste si vedrà, cancellate sin dalla copertina del catalogo dal lapidario “you are not an artist,” autoreferenziale ma non troppo.
La bolla della celebrità
Laurina Paperina ha successo e già le fa credito una elaborata saggistica. Le sue invenzioni sono piacevoli, il segno è fresco e scombinato a dovere, a creare con funambolica destrezza immagini senza dubbi o incertezze, che corrono dritte a colpire il bersaglio; eccola dunque allegramente conciata per la deflagrazione, la bolla della celebrità, vera o fittizia.Un dubbio sorge, tuttavia: è soltanto un gioco, questo scoppiettante taccuino di viaggio, o sotto la caricatura si nasconde la denuncia? Oppure, forse, con le sue metaforiche boccacce la nostra impertinente creativa entra astutamente nell’ingranaggio e ci marcia soddisfatta, forte dei suoi giovani anni e avendo ben compreso che la denuncia, comunque formulata, fa parte del gioco?Vale qualche riflessione la mostra aperta ancora per poco con il titolo di THINGS. Cose: tutto e niente, ma stuzzicante.