«Beh, per affermarsi all’estero bisogna lavorare forte e per lavorare forte ci vogliono tanti soldi e tanti soldi ce li ha chi vende molti dischi. Questo è il motivo per cui non penso che in tempi brevi ci sarà la possibilità di affermarsi per gente che vuole uscire dai canoni dell’italianità. Anche se ci sono delle ottime eccezioni, come Paolo Conte».
Secondo te qual è la differenza tra un prodotto artistico che può lasciare il segno e un prodotto commercialmente valido?
«Beh, il trucco è ottenere tutte e due le cose insieme, ma per lasciare il segno la cosa principale è avere le idee chiare su cosa vuoi fare. Questa è una cosa che sembra tanto semplice, ma a me pare che non ci sia in nessuno dei giovani che ho ascoltato ultimamente. Poi, secondariamente, come un artigiano, per affermarsi bisogna affinare moltissimo la tecnica: allo stesso modo, un cantante o un musicista sono artigiani perché praticano un’arte e quindi bisogna affinare la propria arte e in Italia non vedo ancora, sempre tra i giovani, tanta voglia di fare questo».