NR. 41 anno XXVIII DEL 25 NOVEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Natura e storia, il teatro rende omaggio a Rigoni Stern

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

facebookStampa la pagina invia la pagina

Roberto Citran in una scena del film Lezioni di volo

Gli elementi principalmente protagonisti sono la neve e il ghiaccio, che sono indubbiamente dei pericoli, ma che lui spesso descrive come complici dei personaggi protagonisti: il freddo è qualcosa che ti ricorda che sei vivo e sia la neve che il ghiaccio possono essere fonte di ispirazione poetica.

«Asiago è uno dei posti più freddi d'Italia ed era il suo ambiente. Lui era di una forza umana davvero incredibile, era davvero come se fosse stato un albero di quei boschi che comunica questo aspetto granitico del suo carattere».

Tra le ultime generazioni e quelle precedenti non ci son eventi tanto tragici e condivisi come la guerra, almeno in Italia. Questo secondo lei può aumentare l'interesse  verso qualcosa che non può più essere raccontato da chi l'ha vissuto o lo disperde creando un disinteresse diffuso verso certi temi?

«I genitori dovrebbero responsabilizzare i figli, che non vuol dire colpevolizzarli perché non hanno vissuto un periodo economicamente difficile».

Sì, ma un conto è studiarlo sui libri dove ti imbatti nella cronistoria degli eventi (e nella ripercussione degli stessi sulla società), e un conto è sentirsi raccontare dai parenti che da piccoli avevano i tedeschi in casa  o che si andava sotto il tetto a guardare gli aerei che bombardavano: quella è la storia viva.

«Infatti penso che noi genitori dovremmo comunicare ai nostri figli l'idea che la storia recente è un patrimonio che devono portare avanti, che li aiuterà nel loro futuro e che la vita non è solo ciò che è intorno al nostro orticello. Si parte da lì, e ci si espande a una città, una nazione, un continente. Se rimaniamo nei nostri quartieri, i nostri figli non cresceranno mai e appena arriverà uno straniero, lo odieranno. Pensare di essere cittadini del mondo è un'apertura a 360 gradi e Rigoni Stern queste cose le diceva stando ad Asiago».

Il rapporto tra uomo e montagna e uomo e guerra: sembra che la guerra di montagna porti ad adottare dei comportamenti diversi rispetto a quella combattuta in altri luoghi, quasi come se queste persone la montagna se la portassero sempre dietro.

«Quando lui parla delle montagne è come se scendesse da un aereo, un po' come i sardi che parlano dell'Italia dicendo "il continente'". Per alcune persone di montagna questa forma di chiusura non è mai di tipo culturale, ma è come un enorme rifugio. Se cresci in montagna scii a 4 anni, la sera ti bevi il vin brulè, la notte vedi moltissime stelle e tutto questo esercita un fascino che capisci solo se ci nasci. A me piace molto la nebbia, se lo dico a un napoletano mi prende per matto».

Lei ha lavorato anche in altri film con tematiche analoghe, anche in set con artisti stranieri. Che tipo di approccio hanno gli attori di altri paesi nei confronti di questo argomento?

«Le due guerre sono state combattute principalmente qui. La battaglia di Montecassino è durata un mese. Come fai a raccontargli che per conquistare un colle di 500 metri ci è voluto un mese? La cultura della guerra è un respiro recente che noi europei sentiamo ancora. Gli americani tendono troppo a mitizzare, basti pensare al film "Il Mandolino del Capitano Corelli", che è la storia di Cefalonia, mega produzione, cast internazionale, regia di John Madden, quello di "Shakespeare in Love": si parla della tragedia dell'isola nel '43, quando il Generale Badoglio, lo dico anche nella pièce, l'8 settembre dichiara che non siamo più alleati della Germania, dice che non bisogna cedere, ma non dà ordini precisi. Per 20 giorni i soldati non capiscono che devono fare, se attaccare o reagire ad una eventuale aggressione. Nelle isole greche c'erano stanziamenti tenuti sia dai tedeschi che dagli italiani, nella stessa sede. Gli italiani sono proprio stati lasciati andare e i tedeschi, che erano molto più organizzati, nel giro di 4-5 giorni hanno massacrato migliaia di soldati italiani, bruciandoli vivi nelle pire. Io partecipai a una trasmissione dove era ospite il capitano che ispirò il film, il quale disse : «Figuriamoci se andavo via col mandolino!».

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar