NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Magistrati fannulloni?
L'Europa dice di no!

di Tiziano Bullato
bullatot@tvavicenza.it

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Magistrati fannulloni?<br>
L'Europa dice di no!

La procura, gli ignoti e i diversi sistemi penali

Un tentativo di sistematizzare e rendere confrontabili i dati relativi al lavoro delle procure nei diversi paesi europei si scontra con una difficoltà oggettiva: il diverso impianto normativo e l'esistenza dell'obbligatorietà dell'azione penale che in Italia esiste mentre in altri paesi non c'è. Il confronto predisposto nella tabella (5) pone comunque l'Italia al quarto posto come numero di procedimenti ricevuti ogni anno e al quinto posto come numero di fascicolo portati a definizione. A fronte di un numero altissimo di cause, 2.938.649 in tutto, il dato che balza immediatamente agli occhi è quello degli ignoti. Sono infatti 1.247.516 i casi di reati che non vengono perseguiti per l'impossibilità di identificare un responsabile: un dato molto alto e che pesa sul lavoro dei magistrati solo in quanto il pubblico ministero viene ritenuto il coordinatore della polizia giudiziaria. È evidente però che si scontano anche difficoltà dovute alla mancanza di strumenti adeguati o alle ristrettezze economiche laddove queste impediscano di utilizzare tecnologie costose come le intercettazioni ambientali o le indagini scientifiche a fronte di reati tutto sommato bagatellari. Si noti infine come la colonna relativa ai procedimenti estinti per ragioni di opportunità rimanga assolutamente vuota nella riga relativa all'Italia, proprio per il fatto che il procuratore non può scegliere quali reati perseguire, essendo obbligato ad esercitare l'azione penale ogniqualvolta rilevi l'esistenza di un reato previsto e punito dal codice.

       

Numero dei magistrati e responsabilità

Ed eccoci ad una delle "verità" più diffuse e in realtà più false fra quelle che vengono sbandierate a carico dei magistrati italiani: il numero degli appartenenti all'ordine giudiziario. Ancora una volta il rapporto Cepej 2008 mette ordine e fa giustizia di troppi "sentito dire" che in realtà si rivelano delle bufale assolute. In Italia sono in attività 14,8 magistrati per ogni 100.000 abitanti. Esattamente la stessa proporzione esiste in Francia (14,8) e in Spagna (14,6). Sono appena un po' meno numerosi nel Regno Unito, con una percentuale che si ferma all'11,6. Eppure in Germania il conto è addirittura più del doppio (30,7), così come in Grecia (33,1). In ogni caso come si vede nella tabella (6) tutti gli altri paesi europei hanno una quantità di giudici, in rapporto agli abitanti, notevolmente superiore a quella italiana.

Infine, alcuni dati interessanti riguardano le sanzioni disciplinari inflitte ai magistrati, dati che vanno a confutare l'impressione che un giudice, in fin dei conti, risponda solo a se stesso. I dati statistici forniti dal rapporto Cepej indicano che quasi l'otto per mille dei magistrati in servizio ha subito una azione disciplinare o ha abbandonato la magistratura mentre era sottoposto al procedimento. Un dato molto alto se confrontato con il due per mille della Francia, il quattro per mille della Spagna, l'uno per mille della Germania. Solo Inghilterra e Galles mostrano un dato simile a quello italiano (8 per mille) e solo il Portogallo si manifesta ancora più severo (14 per mille).


Conclusioni


Molto spesso il tema della giustizia entra nel dibattito pubblico e politico e molto spesso ciascuna parte in causa cerca di spostare a proprio vantaggio considerazioni e informazioni che i cittadini riescono difficilmente a controllare. Affermazioni come "ci sono più giudici in Italia che negli altri paesi europei" possono essere prese per vere se non si hanno gli strumenti per verificarne la veridicità. Ora si scopre che effettivamente questi strumenti esistono e la figura del magistrato italiano ne esce rivalutata, in particolar modo nel settore penale. È evidente quindi che rimane un interrogativo: varrà davvero la pena riformare un sistema che sembra funzionare?

28 gennaio 2010

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