NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Bosnia, il viaggio continua

di Federico Murzio
f.murzio@libero.it

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Bosnia 2

Vicentini di Bosnia

Spenti i riflettori sulla Bosnia, sulla guerra, sui massacri, sulla pulizia etnica se ne sono accesi altri su altri paesi, altre guerre, altri massacri, altre pulizie etniche. I problemi, però, a Sarajevo e dintorni sono rimasti. L'aiuto che direttamente o indirettamente i vicentini hanno portato laggiù continua. Certo, con meno clamori.

C'è, ad esempio, Alberto Bonifacio, nato settant'anni fa all'ombra della Basilica Palladiana e trasferitosi poi a Lecco. Ex dirigente di banca, Bonifacio è anche tra i fondatori di Radio Maria. Durante la guerra, a proprio rischio, organizzava convogli di aiuti umanitari che attraversavano la Bosnia sud-occidentale fino a raggiungere Sarajevo assediata. Oggi le autocolonne Bonifacio le organizza ancora, e si chiamano Pellegrinaggi di Carità.
«Non organizziamo dei viaggi confessionali anche se, ovvio, sono stati impostati in una certa maniera - osserva Bonifacio - Qui ci sono ancora 800mila profughi, le fabbriche non sono state ricostruite, la gente è alla fame. Noi portiamo il nostro aiuto: dai pannolini al vestiario, dagli elettrodomestici ai beni di prima necessità». Su un totale di 339 viaggi dell'ARPa, Bonifacio ne ha guidati personalmente 229.

Sante BressanC'è, poi, Sante Bressan, che guida l'associazione "Insieme per Sarajevo" (www.sarajevo.it). L'associazione, creata nel 1996, ha lo scopo di aiutare i minori di Sarajevo, orfani di guerra di uno o entrambi i genitori. Tra il 1996 e il 2003, spiega Bressan che in Bosnia ci va ogni tre o quattro mesi, abbiamo accolto in famiglie vicentine bambini e ragazzi orfani e poveri. Inoltre, vi è ancora in corso a Kakanj un progetto di assistenza domiciliare per anziani e malati (più di 100 le persone assistite) finanziato in parte dalla Fondazione Cariverona, in parte dalla Caritas di Sarajevo e da risorse proprie.

Tommaso Ruggeri«Abbiamo pensato che dall'assistenza in Italia dovevamo passare all'assistenza in Bosnia -dice Tommaso Ruggeri, responsabile economico dell'associazione - Per questo è nato  un progetto di stimolo alle micro imprese, soprattutto agricole, a Kakanj, a Rudo e a Istocni Stari Grad». Grazie ai contributi della Regione Veneto, del comune di Valdastico e dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, 110mila euro in tutto, si individuano degli agricoltori tramite delle persone di fiducia. Poi si valuta il progetto di sviluppo, si consiglia e si approva un business plan, infine si eroga un prestito. Una cifra che varia dai 5 ai 25mila euro. Il denaro sarà poi restituito a partire dal secondo anno e contribuirà a creare un fondo di rotazione destinato a finanziare altre attività agroalimentari. «È un piano di sviluppo rurale -chiosa Ruggeri- Finora, le cinque imprese che abbiamo aiutato hanno dato grandi soddisfazioni. Stiamo aiutando e consigliando di fare cultura impresa in tutti gli aspetti, anche nella contabilità». «Facciamo qualcosa di concreto - conclude Ruggeri - Il che a fronte di pericolosi rigurgiti di nazionalismo ed a una classe politica di basso profilo non è davvero poco».      


(2.Fine)


29 gennaio 2010

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