NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Bosnia, il viaggio continua

di Federico Murzio
f.murzio@libero.it

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Bosnia 2

Medjugorje

Questo villaggio, poco più di duemila anime, è dal 1981 meta di pellegrinaggi mariani. Pellegrinaggi che, durante la guerra, si sono trasformati in colonne di aiuti umanitari che tra mille difficoltà soccorrevano le popolazioni. Finita la guerra i pellegrinaggi sono ripresi in questa piccola enclave cattolica della Bosnia. E sono in migliaia a recarsi qui ogni anno, devoti e non, credenti e non.

Così come a Fatima e a Lourdes «Il rischio che il luogo dove Maria è apparsa si trasformi in qualcosa di diverso da un luogo di culto è inevitabile -ammette Alberto Bonifacio, presidente dell'ARPa, Associazione Regina della Pace (http://nuke.associazionereginadellapace.org/). - Io stesso preferivo questi luoghi così come erano tra il 1983 e il 1985. Però se non è avvenuta la mercificazione che è avvenuta altrove è merito dei frati francescani». Che, per inciso, sono quelli che tra tutte le congregazioni religiose hanno da queste parti maggiore credibilità tra la popolazione. E non solo tra i cattolici.

Al di là degli aspetti che con la fede hanno poco a che fare, qui il clima è teso. E non solo perché Ratko Peric, vescovo di Mostar-Duvno (la diocesi di Medjugorje), come il suo predecessore si è espresso criticamente verso il fenomeno delle apparizioni della Madonna e dei veggenti. Ma anche per la comparsa di molte comunità religiose (alcune delle quali dedite al recupero dei tossicodipendenti). Il vescovo, ad esempio, ha negato a queste comunità la presenza del Santissimo nelle proprie cappelle.

Lungi dall'essere una diatriba teologica tra religiosi, anche tra i fedeli più informati serpeggiano malumori. A.M., ad esempio, che a Medjugorje ci viene già da qualche anno al seguito dell'ARPa, pensa che sotto sotto gli interessi in gioco siano molti e variegati. E a Medjugorje la presenza del cardinale Christof Schonborn, arcivescovo di Vienna, in quest'ottica lascia intravedere qualcosa in più di una visita privata. Alla fine di una celebrazione eucaristica in una di queste comunità, sul "fenomeno Medjugorje" il cardinale ha dichiarato che: «Indipendentemente da un giudizio finale su questi fenomeni (i veggenti che comunicano i messaggi della Madonna, ndr), mi sembra evidente che i messaggi sono semplicemente evangelici, sono messaggi di buon senso: la preghiera, la pace, la riconciliazione. Dobbiamo però sempre ricordare che non c'è miracolo più grande dell'eucarestia stessa».

Se ci sia oltretutto il pericolo di una deriva iconoclasta, cioè che i fedeli adorino più la Beata Vergine che la Trinità, Alberto Bonifacio taglia corto: «Tutto si svolge nel rispetto dell'ortodossia cattolica». «Certo, ci possono essere fervori che alla lunga possono portare a fanatismi. Che comunque sono subito isolati», aggiunge Bonifacio.

E allora lo salgo anch'io il monte Podbrdo accodandomi ai pellegrini. Una salita intervallata da tappe dove il gruppo recita il rosario cercando di non scontrarsi e mischiarsi con le decine di altri gruppi (8 su 10 sono italiani). Raggiunto il luogo della prima apparizione sotto la grande statua mariana si raduna la folla. C'è una ragazza seduta su un sasso che piange, altri stringono il rosario in mano guardando al cielo. Chi ha fede prega, gli altri guardano il panorama. La Bosnia-Herzegovina è anche questo.

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