Come funziona, dunque, il Bike Park che il capogruppo di "Vicenza capoluogo" ha in mente? «È inutile- spiega Soprana- creare parcheggi per le automobili fine a se stessi, soprattutto se sono rivolti ai residenti, come quelli sopraccitati. L'automobilista residente deve avere la possibilità di lasciare l'auto sì, ma poi deve avere autobus veloci e frequenti, con corsie preferenziali che li agevolino nello scorrimento, o, meglio ancora, biciclette con le quali poi muoversi verso la propria abitazione o per far spese o per diletto». Ecco dunque che una volta lasciata l'auto in uno dei posti, ad esempio del park Eretenio, sotto Campo Marzo, sarà poi possibile inserire un codice su di un pannello ai piedi di un "silos" integrato nel parcheggio auto, oppure, come si fa con le valige in stazione, in una sorta di ampia cassetta di sicurezza, sempre dentro il park auto in questione, e avere la propria bicicletta in pochi istanti per poi uscire in strada verso la città. In senso opposto un residente o una persona che torna dal lavoro o quant'altro e che proviene dal centro con la bicicletta, la potrà lasciare nel suo box di pertinenza e prendere l'auto per uscire dal centro. Insomma, un sistema che in alcune città d'Europa ed in molte del mondo sta già funzionando alla grande e che implica, senza tema di smentita, l'accantonamento delle auto dal centro storico costituendo altresì un input importante all'uso delle due ruote in città.