NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Le grandi ville dell’Astichello

di Gianni Giolo
giolo.giovanni@tiscali.it

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Le ville dell’Astichello

La villa Zanella

Per importanza storica e culturale ci soffermiamo solo sulla Villa Zanella, che si trova a Cavazzale. Nel 1878 Giacomo Zanella si fece costruire questa villa, molto vicina a quella dei cugini Caldonazzo, subito a est del ponte dei Carri che scavalcava l'Astichello. Il luogo piacque molto al poeta che qui compose la celebre raccolta dei sonetti dedicati all'Astichello. L'architettura, scelta dallo stesso Zanella, si ispira alla maniera scamozziana ed ha un soggiorno per un poeta sacerdote, con annesso un rustico per scuderia, alloggio custode-cocchiere per gli spostamenti in carrozza. La villa aveva davanti l'ampio prato degradante verso il cancelletto e un gran roseto rotondo a ridosso dei gradini d'entrata. La facciata principale guarda a sera l'Astichello e la cerchia delle Prealpi, tanto amati e cantati nel variare delle stagioni.

A destra della porta principale, un semplice gancio a mezza altezza d'uomo, serviva a sostenere di sera una lanterna; il poeta tornando a piedi col buio dalle frequenti visite che faceva al parroco di Polegge e alla famiglia Zuccato, vedeva il lume che guidava gli ultimi passi per arrivare alla porta di casa. Il cancelletto voluto dal poeta, era l'ingresso principale alla sua villa. Chi veniva a trovarlo, sceso dalla carrozza, doveva attraversare a piedi il cancello e fare il breve percorso per arrivare all'ingresso, sopra il quale campeggia la scritta in bronzo, tratta dall'Eneide di Virgilio, "Datur hora quieti" (il tempo è affidato al riposo).

                                               

L'attuale degrado

All'interno la sobria decorazione a tempera e la camera del poeta intatta. Ora la villa, di proprietà del Seminario Vescovile è semi abbandonata; il rustico col bellissimo lavatoio-abbeveratoio in marmo bianco del Chiampo è cadente. È operoso solo il coltivatore che ha ridotto tutto il terreno a una coltivazione di mais: "on canpo de panocie", con le radici arate al vento della grande magnolia che, naturalmente, muore. Nonostante i tentativi del Comune e della Pro Loco, questo monumento al grande poeta vicentino versa in stato pietoso, per incuria della... Curia.



nr.04/15 del 3 febbraio 2010

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