Encomiabile l'iniziativa di Francesca Lazzari, Assessore alla Cultura del Comune di Vicenza e membro del Consiglio Direttivo della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, di chiedere alle varie associazioni e istituzioni culturali della città un parere circa l'intitolazione a qualche personaggio illustre vicentino. In alternativa, si ipotizza il mantenimento dell'attuale intestazione (idea per altro espressa anche recentemente dell'attuale Presidente ex Sindaco Enrico Hüllweck), con eventuale intitolazione specifica delle sole due sale di spettacolo, oppure la ripresa del nome "Giuseppe Verdi", in ricordo del vecchio e glorioso teatro distrutto dal bombardamento del 2 aprile 1944 e mai ricostruito, nonostante i vari progetti redatti nel corso degli ultimi sessant'anni.
A mio giudizio, è proprio questo poco onorevole, per non dire vergognoso, comportamento vicentino che dovrebbe far dimenticare il nome di "Verdi", senza trascurare il fatto che si tratterebbe di un'intitolazione inflazionata e che a Vicenza, per "par condicio", si dovrebbe recuperare anche il nome "Eretenio", distrutto nello stesso bombardamento.
Teatro "Neri Pozza - Città di Vicenza"
A oltre due anni dall'inaugurazione ritengo che il nuovo Teatro Comunale meriti una prestigiosa intitolazione. E quale candidato migliore di Neri Pozza che ha interpretato la cultura vicentina del ‘900, vero protagonista anche nella tradizione teatrale?
È una proposta che, formulata già 10 anni fa dal giornalista Antonio Di Lorenzo (autore del volume L'altalena dei sogni. Il teatro mai realizzato a Vicenza. Cinquantaquattro anni di progetti e tentativi, Ergon edizioni, 1998), durante la presentazione pubblica del progetto da parte dello stesso Gino Valle, personalmente ho colto con favore e condiviso subito; un'idea che, su questo giornale, ho avuto modo di riprendere, sia pure indirettamente, ampliando un intervento in cui si auspicava la dedica di un monumento cittadino al grande vicentino scomparso oltre vent'anni fa (il 6 novembre 1988), sempre più rimpianto da quanti l'hanno potuto conoscere, ma troppo dimenticato anche da quelli che hanno a cuore la cultura cittadina: un vero modello da proporre anche ai nostri giovani.