NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Neri Pozza, uomo del Rinascimento

di Mario Bagnara
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Neri Pozza, uomo del Rinascimento

Neri Pozza "ultimo uomo del Rinascimento"

Neri Pozza, "ultimo uomo del Rinascimento": così è stato definito per il suo prestigio culturale soprattutto in occasione della presentazione (a Venezia, non a Vicenza) del volume Neri Pozza. La vita, le immagini, pubblicato per il sessantesimo anniversario, nel 2005, della fondazione a Venezia della casa editrice che ancor oggi, insieme con il nome, conserva, potenziate e aggiornate, le linee progettuali del fondatore.

Ma oltre che come editore raffinato, apprezzato a livello nazionale e internazionale, Neri Pozza fu anche critico letterario, romanziere, poeta, saggista, incisore, scultore, amministratore pubblico (consigliere comunale e provinciale) e promotore di eventi culturali.

In ambito teatrale egli gestì, come presidente incaricato dell'apposito Comitato Permanente, creato dall'Accademia Olimpica nel 1935, gli Spettacoli Classici al Teatro Olimpico dal 1967 al 1980 ed è sua la prefazione al volume di Gino Nogara, edito dall'Accademia Olimpica nel 1972, Cronache degli spettacoli nel Teatro Olimpico di Vicenza dal 1585 al 1970.

Tra i suoi innumerevoli meriti un posto di primo piano, destinato, secondo le sue precise volontà testamentarie, a perpetuarne il ricordo insieme con quello della moglie alla quale si è riunito anche nella tomba del cimitero di Longara, ha la donazione, fatta al Comune di Vicenza, della ricca collezione d'arte intitolata appunto ai due illustri coniugi Neri Pozza - Lea Quaretti che, in attesa di un'esposizione permanente in un auspicato Museo di Arte Contemporanea, potrebbe trovare, come ho già suggerito in passato, una degna collocazione nel nuovo Teatro.

Ebbene un protagonista così carismatico della cultura vicentina rimane tuttora pressoché dimenticato nella toponomastica cittadina; lo ricorda solo una targa apposta alla sua casa di abitazione a Ponte S. Michele.


Neri Pozza e Vicenza

Vicenza dunque ha ora la possibilità di pagare un debito di riconoscenza, molto remoto, anche perché egli stesso ha lasciato scritto nel suo epistolario: «Vicenza è troppo impastata di provincialismo per vivere una vita decente. Del resto è giusto, i meglio uomini se ne sono andati via. Anche i giovani se ne sono andati presto: Parise e altri. Così Piovene, subito; e poi Barolini, Valenti... Meneghello, Magagnato». Egli però non ha mai pensato di lasciare Vicenza, una "città per la vita", con la finalità precisa di dare un apporto significativo alla sua crescita culturale, morale, sociale e politica.

Se si volesse poi rendere ancor più solenne l'intitolazione del Teatro Comunale a Neri Pozza, lo scultore Nereo Quagliato è sempre pronto a fornire uno splendido busto.

nr.04/15 del 3 febbraio 2010

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