NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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In mostra “Le ore della donna”

A Palazzo Leoni Montanari una storia al femminile raccontata da una collezione di antichi vasi proveniente da una necropoli pugliese

di Resy Amaglio
resy.amaglio@fastwebnet.it

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In mostra “Le ore della donna”

Hydria apula a figure rosse.  Raffigurazione: Scena di toilette.  Cerchia del Pittore dell’Ilioupersis.  e del Pittore di Licurgo, 375-350 a.C,  alt. max 44 cm; diam. orlo 16 cm;  diam. piede 14 cmDidattica e affascinante, la mostra Le Ore della Donna, aperta fino alle festività pasquali a Palazzo Leoni Montanari, si articola intorno a un tema arcaico e di notevole rilievo storico quanto squisitamente femminile, illustrato dalle scene dipinte sopra un congruo numero di vasi greci e magnogreci della collezione Intesa Sanpaolo, offerti per la prima volta all'attenzione del pubblico.

Con questa esposizione ideata da Fatima Terzo Bernardi, di cui porta la sigla di preziosa mente organizzativa e appassionata promotrice culturale, prende avvio un ciclo di appuntamenti nei quali saranno approfonditi diversi argomenti raccolti sotto il titolo di Il Tempo dell'Antico: un racconto archeologico, che tramite le immagini si struttura come rievocazione storica e dove anche l'espressione mitologica ritrova le proprie ragioni fondanti.

 

Un corredo funerario

Lebes gamikos apulo a figure rosse.  Raffigurazione: Donna stante,  Officina del Pittore dell’Ilioupersis  (Gruppo di Zaandam), 375-350 a.C.,  alt. max 17,8 cm; alt. all'orlo 12,5 cm;  diam. orlo 5,5 cm; diam. piede 6,5 cmProvenienti da scavi della necropoli di Ruvo di Puglia, i vasi fanno parte di corredi funerari femminili. Datati tutti all'incirca alla metà del quarto secolo avanti Cristo, hanno fogge e misure differenti, dal cratere all'oinochoe all'askos. Le varie superfici sono abbellite dagli artisti di un passato remoto fatto emergere dagli studi degli archeologi, Pittore della Patera, Pittore di Roermond, Officina del Pittore di Baltimora; nelle forme stilizzate della pittura arcaica, l'umanità terrestre, anonima e vera, è rappresentata accanto alle figure del mito e dei culti di natura religiosa. Ma è soprattutto la storia minuta e quotidiana che trova spazio in questa bella rassegna, a dire i momenti salienti di una giornata e di una vita al femminile: in fatale coincidenza, perché pochi sono gli accadimenti che scandiscono lo scorrere di un'intera esistenza di donna, differenziandola dalla monotona ripetitività dei giorni. Attraverso le scene meticolosamente dipinte a figure rosse sul classico fondo nero e sovente delimitate da fregi, è possibile ricostruire così un tempo altrimenti sconosciuto.

L'appartenenza di genere definisce in maniera esplicita la società e la cultura della Grecia antica, nella quale la stessa filosofia afferma con Aristotele l'insanabile iato tra la materia, femmina, e la forma, significato d'ordine spirituale proprio dell'uomo. Confinata in territori privi di rilievo pubblico, alla donna, matrona o fanciulla, spettano la maternità e il compito di accudire la prole, con il contorno di lavori peculiarmente muliebri volti alla creazione di oggetti utili alla casa e alla famiglia. Rare sono le donne che se ne distaccano, distinguendosi spesso per non apprezzabili costumi e mansioni, come le etère.

 

La cura della bellezza

Cratere a colonnette attico a figure rosse.  Raffigurazione: Scena di toilette.  Manieristi Indeterminati, 460-450 a.C.,  alt. 33,5 cm; diam. orlo 29,6 cm;  diam. piede 15,7 cmMa spetta anche l'obbligo, o il piacere, delle cure di sé e della propria bellezza. Ne consegue il grande interesse per gli attributi di avvenenza ed eleganza, l'attenzione costante alla gradevolezza del proprio aspetto, che le raffigurazioni pittoriche documentano con finezza. Queste donne osservano compiaciute la loro immagine negli specchi posti da ancelle solerti, ostentano gioielli di pregio, abbellimenti spesso di sofisticate acconciature: ogni scena rielabora un segmento di una complessa costruzione, dove la misoginia concede ornamenti, vesti ricche, agi e servitù all'universo femminile custodito nel gineceo, celato a sguardi estranei perché chiuso nel bozzolo di tradizioni secolari e importante soltanto quale testimonianza di censo, del peso sociale dell'uomo. Le protagoniste della pittura vascolare fanno parte soprattutto di un ceto elevato, non competono loro le fatiche domestiche che invece gravano sulle ancelle e serve di ogni età, abitanti anch'esse dell'alveare domestico; un'esistenza elitaria, che si perpetua idealmente dopo la morte. Appartiene certamente a una ricca famiglia la matrona dell'hydria apula che siede in giardino circondata da ancelle premurose, con contorno di raffinati oggetti d'uso, il ventaglio, il parasole, oltre all'immancabile specchio, complemento d'obbligo per le lunghe ore d'ozio signorile. Altrettanto eleganti sono le fanciulle in abiti leggiadri, sulle cui chiome delicate spiccano monili, come l'avvenente figura ritratta a colloquio con un giovane, in una scena semplice e ariosa sopra una pelike apula.

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