Da novembre 2009 il Consiglio dell'Ordine eroga infine, gratis per i primi tre anni, la Posta Elettronica Certificata (Pec) ai propri iscritti. Sono state sottoscritte convenzioni vantaggiose con uno standard di servizio elevato, tanto da ottenere anche la notificazione via sms della ricezione di messaggi di posta elettronica certificata.
Protocolli di intesa sono stati avviati con la Procura di Venezia per le notifiche via telematica ed è allo studio un software per informatizzare tutti gli adempimenti per le notifiche degli atti giudiziari con l'ufficio Unep.
Come si vede, insomma, gli avvocati cercano davvero di fare il salto verso il terzo millennio e forse riusciranno a trascinare con sé gli altri attori del sistema giustizia. Del resto gli avvocati sono sempre in attesa di una legge che riformi il meccanismo di accesso alla professione e nel frattempo scontano l'ingresso in servizio di una quantità impressionante di giovani avvocati che stanno portando, secondo alcuni, alla "proletarizzazione" della professione. Perché è evidente che non vi può essere lavoro di alto livello per tutti.
«A Vicenza siamo in 1200 - spiega l'avvocato Gaetano Crisafi - e questo senza contare il comprensorio di Bassano. Sono evidentemente troppi e davvero ormai servirebbero dei correttivi: esami senza codici commentati, un limite di età per l'accesso alla professione, non più di tre tentativi all'esame di stato, divieto di abilitazione in altri paesi europei per poi chiedere l'iscrizione agli albi italiani».
«Non si può essere avvocati tuttologi - rincara l'avvocato Paolo Mele - e non si può essere preparati in tutto. Da tempo sostengo la necessità di specializzare l'avvocato. Chi sceglie l'attività penale farà un esame di stato per penalisti, chi vuole occuparsi di civile un esame da civilista. E poi ognuno per la sua strada. Come i medici che, dopo la laurea in medicina, studiano per la specialità. Ecco dovrebbe essere così anche per gli avvocati».
Sul tema del numero degli iscritti all'Ordine degli avvocati, ecco alcune tabelle. Se si considerano insieme i dati per Vicenza e per Bassano, la nostra è la provincia, dopo Padova, quella con il maggiore incremento su base annua.
nr. 05/15 del 13 febbraio 2010