13 sindaci del capoluogo e dell'hinterland hanno sancito un patto di crescita della cosiddetta città metropolitana: un progetto di cui si parla da anni e che potrebbe definirsi concretamente in una azione comune nel prossimo futuro. Sarà davvero così, nonostante già in passato si sia cercato di far sintesi su posizioni condivise senza mai riuscirci davvero?
Marcello Vezzaro, sindaco di Caldogno: «Il percorso è appena iniziato, credo che uno stimolo siano anche le difficoltà di bilancio che tutti i sindaci hanno. Si impongono quindi scelte per trovare sinergie che portino sia a risparmi, sia a metodi per migliorare l'efficacia e la puntualità degli interventi sul territorio. È essenziale che tutti i protagonisti siano sullo stesso piano, che si lasci da parte l'appartenenza politica e che si pensi solo a migliorare la qualità dei servizi e della vita dei nostri cittadini. Tante sono le forme di sinergia, non solo nelle scelte infrastrutturali, ma anche nei temi urbanistici, sociali, culturali, sportivi, economici».
Claudio Catagini, sindaco di Altavilla: «L'obiettivo dei sindaci ed anche di Altavilla Vicentina sarà di favorire che questo progetto possa concretizzarsi e faremo di tutto perché ciò avvenga. Mettere insieme i problemi dei territori è doveroso, purché ciò avvenga tenendo in considerazione le caratteristiche che contraddistinguono ogni area, partendo da un presupposto di rispetto reciproco e pari dignità».
Alessandro Zoppelletto, sindaco di Monticello Conte Otto: «Penso che i tempi siano maturi per far sì che questo progetto passi dalla fase delle buone intenzioni a una operativa. Lo dico perché c'è un interesse comune a fare in modo che le cose funzionino. Non nascondo il fatto che continui, purtroppo, a sussistere una mentalità campanilistica, nel senso che in un accordo a più soggetti tutti vorrebbero i vantaggi e nessuno gli svantaggi. Questo perché, inevitabilmente c'è la tendenza a pensare in termini di interessi elettorali. Non si vogliono scontentare i propri elettori, si cerca di evitare il nascere degli onnipresenti comitati del no. Abbiamo visto con quale facilità nascono, ogni qualvolta qualcuno tenta di fare qualcosa. E siamo anche consapevoli di come minoranze esigue ma agguerrite riescano a creare problemi. Ho però la sensazione che si cominci a fare una riflessione su questo fenomeno che ha paralizzato molte scelte in Italia. In una situazione in cui ci sono 13 soggetti bisognerà che tutti comprendano che qualcosa si dà, qualcos'altro si ottiene, ma sempre avendo a cuore l'interesse generale, non quello del singolo quartiere. Altrimenti resteremo al palo».
Stefano Giacomin, sindaco di Creazzo: «L'incontro del 29 gennaio scorso con il sindaco di Vicenza e gli altri colleghi dei comuni confinanti con il capoluogo, nasce da un'esigenza condivisa, che avevo già avuto modo di manifestare al sindaco Variati subito dopo la mia elezione. Per troppo tempo Vicenza si é mossa con azioni unilaterali che non hanno tenuto in alcun conto gli effetti di certe scelte sui comuni vicini».
I sindaci dell'hinterland accusavano Vicenza di volerla far sempre da padrone in passato. Non c'è più questo pericolo?
Vezzaro: «Credo e spero, questo pericolo sia tramontato. Per poter fare scelte insieme ci deve essere il massimo coinvolgimento di tutti i sindaci, anche attraverso la partecipazione diretta di essi agli organi decisionali. È una scelta coraggiosa, intelligente, e doverosa da parte di un buon sindaco della città. La città deve saper essere guida, riferimento, capofila per tutti i sindaci della provincia, ma sapendo coinvolgerli nelle tematiche e all'interno di un piano di eguale importanza».
Catagini: «È evidente che se si vuole raggiungere l'obiettivo, la città capoluogo non può ergersi su un piedistallo, ma dovrà avere l'umiltà di fare da capofila senza monopolizzare la discussione. Ed in questo senso sembra che il sindaco Achille Variati abbia espresso una posizione condivisibile di rispetto delle realtà territoriali».
Zoppelletto: «È naturale che quando un soggetto molto grande si confronta con altri più piccoli tenda ad assumere la leadership. Sta nell'intelligenza del primo attore, ma anche nella capacità degli altri far sì che il confronto sui vari problemi sia su un piano paritario e non venga fatta costantemente valere la legge dei numeri. 13 teste pensano meglio di una sola».
Giacomin: «Capisco pertanto le riserve che da più parti vengono avanzate sulla effettiva possibilità che il comune di Vicenza interpreti finalmente quello che é il suo ruolo naturale di città "capoluogo"; solo le azioni concrete ed il tempo ci diranno se si é sulla strada giusta e se dietro i buoni propositi c'é una effettiva volontà di affrontare assieme alcuni problemi».