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Vezzaro: «Assolutamente sì, l'alta velocità ferroviaria è il futuro. È veloce, comoda, vantaggiosa e sarà davvero una grande risorsa. Vicenza non può assolutamente rimanerne esclusa. Su questo devono essere puntate le attenzioni e gli impegni di tutte le forze, politiche, economiche, sociali. Alle volte penso ad una città come Londra, un territorio vastissimo, una popolazione densissima, eppure con la metropolitana raggiungi in pochissimo tempo qualsiasi punto della città. Immaginate una grande metropolitana che raggiunge tutta la nostra provincia? Il traffico diminuirebbe sensibilmente e ci sarebbe posto per piste ciclabili, autobus, corsi d'acqua protetti e di conseguenza paesi e città più vivibili e meno inquinati. Questo è un sogno forse irrealizzabile, ma Londra è riuscita, prima al mondo, a capire che questa era una buona soluzione, rispettando le falde acquifere, gli impianti fognari, passando sotto il Tamigi e sotto i grandi centri abitati. Non potrebbe quindi essere fatta anche da noi? Certo i costi probabilmente sarebbero enormi».
Catagini: «Ci sarà certamente un vantaggio per i cittadini. Non è detto, però, che la TAV debba necessariamente passare per la città capoluogo, in quanto con la metropolitana di superficie si riuscirebbe ugualmente a garantire un ottimo servizio di trasporto pubblico moderno ai cittadini».
Zoppelletto: «Se vogliamo essere in linea con le altre nazioni europee penso che la Tav sia una scelta obbligata anche perché, se effettivamente i grandi progetti transnazionali saranno rapidamente ultimati, si avranno dei vantaggi non solo in termini di mobilità ma anche dal punto di vista ecologico. Quando il treno diventa una valida alternativa all'aereo e all'auto, saranno in molti a scegliere la rotaia che sicuramente ha un inquinamento assai minore. Dal punto di vista strategico, il vicentino senza la TAV sarebbe ulteriormente penalizzato non solo sotto il profilo dell'immagine, ma soprattutto perché saremo marginali rispetto a linee di sviluppo che potrebbero portarci significative ricadute economiche».
Il concetto di rete tra i Comuni prende spunto dai piani di assetto del territorio intercomunale: la mobilità può davvero essere sinergica e come?
Vezzaro: «I piani di assetto intercomunali sono una grande opportunità per i sindaci, dobbiamo saper valorizzare questa possibilità ed usarla per dare risposte migliori e più attente alla qualità della vita dei nostri cittadini. Credo che la mobilità sia un tema fondamentale, tocca tutti i comuni, e quindi è assolutamente sinergica sia per migliore l'ambiente, ma anche per favorire la socializzazione e la crescita delle nostre comunità. Non è l'unico tema, molti altri sono i temi che dovrebbero essere condivisi. Pensiamo allo sviluppo urbanistico ed economico, ai temi sociali, culturali, sportivi, dei servizi. C'è molto da fare, ma con una visione diversa e una mentalità più aperta credo si possano portare molti miglioramenti al nostro territorio e ai nostri cittadini».
Catagini: «Il Piano di assetto del territorio ha promosso il dialogo tra le varie realtà comunali, e questo è certamente un passo avanti. In merito alla mobilità, poi, appare evidente che dal confronto nei territori si può migliorare la mobilità pubblica, quindi rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini dell'intera provincia».
Zoppelletto: «Ormai in nostro territorio è divenuto, di fatto, una grande area metropolitana. Bisogna essere coscienti che l'assenza di una visione globale del territorio ha portato ad una edilizia diffusa e disordinata con zone abitative miste a insediamenti produttivi. In questo caos urbanistico è evidente che i flussi di mobilità sono nei due sensi, con la città che richiama una mobilità legata al terziario mentre la periferia richiama flussi di pendolari legati alle attività produttive. Direi che non solo è auspicabile ma è indispensabile una gestione unitaria, che faccia riferimento ad un unico soggetto, della mobilità nei suoi vari aspetti. Penso che la Provincia abbia un ruolo importante e di coordinamento in questo aspetto».
Giacomin: «Tenuto conto della rilevanza delle problematiche cui si é fatto cenno, sarebbe stato opportuno che queste fossero state affrontate in un'ottica intercomunale mediante lo strumento del P.A.T.I.; qualora tale strumento dovesse limitarsi a prendere atto di decisioni già assunte, verrebbe del tutto svuotato del suo ruolo di "pianificazione intercomunale". Anche per tale motivo provvederemo a presentare al comune di Vicenza le nostre osservazioni al P.A.T. in relazione alle scelte effettuate sulle aree che confinano con il nostro territorio comunale».
nr. 05/15 del 13 febbraio 2010