Ora però, dopo gli approfondimenti storico-scientifici e le celebrazioni stimolati dalla ricorrenza del 500° anniversario della nascita di A. Palladio che quasi sicuramente, senza il grande apporto veneziano al rinascimento vicentino e veneto, non avrebbe potuto valorizzare le sue eccezionali doti di architetto, l'importanza per la storia di Vicenza di un atto di cui nella primavera del 1404 si fecero ambasciatori Taddeo Dal Verme, Giacomo Thiene e Giampiero De Proti, è molto più giustificata ed evidente.
Ricercatore e artista appassionato
Lo conferma la lodevole iniziativa del vicentino Galliano Rosset che, illuminato e appassionato autore di ricerche storico-documentarie locali, trasferite in affascinanti sintesi grafico-pittoriche, recentemente ha pubblicato con l'Editrice Veneta il volume Il leone di San Marco nei Comuni vicentini. Vi sono riprodotti con disegni a china 50 esemplari di leoni collocati su edifici o in aree pubbliche della provincia vicentina, come prestigioso e inconfondibile simbolo del dominio della Serenissima, ma anche come una specie di nostalgico ricordo. «Con questo lavoro -scrive nella sua introduzione l'autore nel suo abituale stile autografico corsivo che caratterizza tutti i testi del volume - ho inteso riunire i Leoni Veneziani scolpiti in pietra, rimasti nell'attuale territorio vicentino, unendo così i più celebri con i più dimenticati, tralasciando quelli prodotti su commissione privata negli ultimi anni. Li ho tutti disegnati mettendoli sullo stesso piano, perché ognuno ha rappresentato l'Autorità della Repubblica Veneta o il ricordo dell'appartenenza alla Repubblica di San Marco».