Della illustrazione storica che Rosset, sempre in bella grafia manoscritta, offre a fianco di ogni riproduzione grafica, sorprende non tanto la ricostruzione, da parte dei Veneziani stessi ritornati dopo la parentesi distruttiva degli imperiali della Lega di Cambrai (1509-1517), dei loro leoni danneggiati, quanto piuttosto il fatto che in molte località, a seguito dell'aggressione iconoclastica napoleonica, iniziata nel 1797, anche senza il ritorno veneziano, ma con il beneplacito del potere austriaco e poi del Regno d'Italia, varie amministrazioni pubbliche si preoccuparono, fino a pochi anni fa, di ripristinare il ricordo di Venezia, non solo restaurando quanto era stato rovinato o distrutto, ma addirittura costruendo ex novo leoni veneziani.
Significativo l'esempio del Comune di Monticello Conte Otto che, luogo di residenza dell'autore e sostenitore di questa sua iniziativa in collaborazione con la Regione e la Provincia di Vicenza, nel 1933, al centro della facciata del Municipio appena costruito in stile medioevale-liberty, insieme con gli stemmi delle città redente Trento e Trieste e in mezzo quello di Vicenza, fece murare "un grande leone marciano andante a sinistra, con libro aperto e la consueta frase" ("Pax tibi Marce Evangelista meus").
Il primo a San Lorenzo
Il maestoso "Custode di pietra", rappresentato a volte in posizione eretta in altre sdraiato, seduto su due o quattro zampe, andante a destra o a sinistra, talvolta di prospetto, con o senza ali, libro, croce, spada e aureola, si trova, secondo la ricerca condotta da Rosset, oltre che a Monticello Conte Otto, anche ad Arzignano, Asiago (con la croce al posto del Vangelo), Bassano del Grappa (Prioria autonoma in epoca veneziana), Camposilvano di Vallarsa, Dueville, Enego, Gambellara, Marostica, Montecchio Maggiore, Nove, Passo della Borcola, Passo Pian delle Fugazze, Ponte di Barbarano, Posina, Primolano, Rampazzo, Recoaro, Rosà, Sandrigo, Schio, Thiene, Valdagno, Valstagna e ovviamente a Vicenza, in ben 16 punti importanti della città che permettono anche di rileggerne la storia secolare.
A tale fervore di riscoperta del leone marciano risponde anche la ricostruzione, ora ultimata senza la doratura "raschiata" dai napoleonici, di quello posto su una delle due colonne di Piazza dei Signori.
Nel frattempo Rosset ha scoperto un'altra ventina di leoni e sta preparando una seconda edizione, integrata e arricchita, di questo avvincente documentario sui leoni marciani dei comuni vicentini.
nr. 06/15 del 20 febbraio 2010