NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Ex Centrale, intervento calibrato o colata di cemento?

Maggioranza ed opposizione si scontrano sul futuro della ex Centrale del latte

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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Ex Centrale, intervento calibrato o colata di ceme

L'ex Centrale del latte diventa l'occasione per uno scontro politico da scintille. L'idea di realizzare un parco cittadino, assodata e condivisa, spezza di fatto in due centro- destra e centro- sinistra sull'ipotesi di inserire nel piano una "colata di cemento" come viene definita dalla opposizione, "una ristretta area residenziale- commerciale" come spiega invece la maggioranza. Ruoli e tesi sostenute che erano inizialmente, qualche anno fa quando gli edifici della Centrale furono dismessi, sostanzialmente opposti. Tanto vale essere al governo oppure no di una città? A quanto pare... Fatto sta che ora il punto di partenza per la riflessione sul futuro dell'area è il progetto donato al Comune dai vertici della Centrale del latte all'inizio del 2008. L'impianto di questo lavoro, definito "Giardini di via Medici" è la creazione di un parco che copra l'85% della superficie. La sostenibilità economica verrebbe raggiunta con la costruzione di un edificio di pregio. «Questo potrebbe diventare il punto di partenza - sosteneva recentemente l'assessore Dalla Pozza, che da consigliere di opposizione si era decisamente battuto per un futuro verde in via Medici - ma il nostro punto di arrivo è diverso. L'area dovrà avere una prevalente destinazione pubblica: con questo intendiamo la stragrande maggioranza della superficie a disposizione. Come accadrà con l'ex Zambon, l'equilibrio economico e urbanistico dovrà essere individuato all'interno del perimetro dell'area, senza ricorrere a forme di perequazione che coinvolgano altre aree».

La destinazione pubblica avrà il parco ma non solo; prevede anche la riqualificazione della palazzina di uffici: sarà tenuta per essere convertita in struttura adatta ad essere sede per le associazioni e i gruppi attivi. Demolizioni, ristrutturazioni e allestimento del parco attrezzato hanno però un costo. Per cui una quota dell'area, anche se minima, verrebbe riservata per creare edifici pubblici. La destinazione più probabile potrebbe essere il commercio di vicinato, al servizio del quartiere, ma non è escluso che possano vedere la luce anche residenze o uffici. E su questa ipotesi la maggioranza è stata bersagliata dalle proteste vibrate del centro- destra. «Ho partecipato come ex assessore all'urbanistica a molteplici riunioni ed incontri in cui chi ora regge le fila della città si scagliava contro ogni possibile ipotesi che prevedesse cubature. Ed ora che fanno? Si rimangiano la parola. È inammissibile», sbotta infatti Maurizio Franzina.


Dove sono finiti i Comitati contrari?

 

Un grande parco e non solo, spazio per il commercio di vicinato al servizio del quartiere, e residenze o uffici: è d'accordo con questo sviluppo dell'area dell'ex Centrale del Latte?

Maurizio Franzina, ex assessore all'Urbanistica ed attuale consigliere comunale del PdL: «Ricordo come, negli anni scorsi, in numerose assemblee pubbliche, presente lo stato maggiore della sinistra, allora in opposizione e oggi al governo della città, si prendeva l'impegno, su mia proposta, e tutti insieme, di realizzare nell'area solo verde e servizi pubblici per il quartiere».

È questa una scelta che condivisi allora (da assessore) e difendo anche ora (da consigliere).

Oggi la giunta Variati, dimentica delle sue promesse, propone una colata di cemento di significative dimensioni a vantaggio di immobiliari private non ancora note, ed un'area verde per il quartiere.

Io non ho cambiato posizione, la giunta Variati sì.

Credo che sia da ribadire, ed invito i comitati, un tempo così solerti, e da difendere quella che, con la precedente amministrazione, era stata una conquista consolidata del quartiere S. Bortolo. Tutta l'area ex Centrale del latte deve essere destinata a parco e piazza.

Non si cada nell'inganno dei "negozi di vicinato" perché arriveranno supermercati di mille metri quadri, e si ricordi che dietro alla dicitura "servizi pubblici" si nascondono sportelli bancari, ambulatori medici, uffici ed altre tipologie para commerciali.

Invece bisogna realizzare il verde e la piazza di S. Bortolo. Ed è questa una occasione unica per farlo. Se non lo si farà, la situazione sarà compromessa per sempre.

D'altra parte chi si oppose al trasferimento della Centrale del latte, oggi propone una colata di cemento in sostituzione dei capannoni, e, in un certo senso, mantiene la sua ipocrita coerenza».

Nello "spazio aperto per i cittadini" come pensato dalla giunta Variati in Via Medici, a suo modo di vedere potrebbe trovare collocazione anche qualche altra attività cittadina?

Franzina : «Persa l'occasione di realizzare la nuova e grande sede circoscrizionale a Laghetto (altro merito della giunta Variati), si vuole nascondere il fatto che l'area dell'ex Centrale sarà in parte privatizzata e cementizzata con edifici di notevoli proporzioni, parlando di "servizi pubblici" nell'area ex Centrale del latte. Non è così, come ho già spiegato, non arriveranno servizi pubblici ma strutture commerciali e uffici che attireranno traffico ed inquinamento. Lo "spazio aperto" è una pesante colata di cemento, in un'area dove tutti concordavamo di realizzare un parco.

Stupisce l'ipocrisia di quanti "dimenticano" gli impegni assunti. Stupisce il silenzio di quanti, e giustamente, chiedevano la destinazione interamente a verde pubblico dell'area. Non stupisce questa amministrazione che, come sempre, predica bene e razzola male. Io ribadisco che l'opzione tutto a verde e piazza è non solo opportuna ma anche fattibile».

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