NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Lucio Zarantonello: "Altri due anni per il trasloco del tribunale"

Il neo eletto presidente degli avvocati vicentini parla del futuro della categoria

di Tiziano Bullato
bullatot@tvavicenza.it

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Lucio Zarantonello: "Altri due anni per il trasloc

Parafrasando il modello americano dei "four more years", altri quattro anni assegnati al presidente che si batte per il secondo mandato, si potrebbe dire che gli avvocati vicentini hanno affidato a Lucio Zarantonello altri due anni. Eletto alla guida dei legali vicentini per la prima nel 2006, Lucio Zarantonello ha ottenuto lo scorso 17 febbraio il via libera per il terzo mandato dal consiglio di 15 componenti del Consiglio dell'Ordine usciti da elezioni e ballottaggio.

Due anni ancora per fare che cosa?

«Due anni di lavoro esattamente come abbiamo fatto finora per affrontare molti e importanti problemi. Il primo è sicuramente il trasloco nel nuovo palazzo del tribunale che, ormai finito dal punto di vista edilizio, attende speranzoso qualcuno che vada ad occuparlo e usarlo».

A fronte dell'ipotesi dell'amministrazione comunale di chiudere la partita entro agosto, voi avete già detto che si può realisticamente parlare di agosto 2011.

«Il termine è già sicuramente slittato al 2011 dal momento che sappiamo benissimo che i mesi nel corso dei quali è possibile pensare al trasloco sono quelli estivi, quelli della cosiddetta pausa feriale. Eppure, se non vi sarà una accelerazione, il termine potrebbe slittare ancora: non abbiamo né viabilità né parcheggi né tanto meno tutti quei servizi che per il tribunale sono assolutamente necessari. Sto parlando di luce acqua e gas, oltre che di riscaldamento per l'inverno e raffreddamento per l'estate».

Sappiamo però, avvocato, che sul piano del servizio giustizia non è solo un edificio a fare la differenza, ciò che serve è anche il personale. Proprio oggi lei mi raccontava di aver patrocinato un cliente in una causa penale che è stata rinviata a novembre del 2010...

«Infatti quello del palazzo di giustizia è uno dei problemi. La struttura è importante perché se arriva un magistrato e non c'è una stanza dove sistemarlo, allora si arriva a soluzioni davvero poco decorose. Noi oggi non abbiamo una stanzetta dove colloquiare con il cliente prima dell'udienza, non c'è lo spazio per una biblioteca, per quanto piccola, non ci sono spazi per il pubblico. Il palazzo di giustizia attuale risale agli anni '60 e già dopo dieci anni era assolutamente inadeguato al tipo di utenza che si è sviluppata».

Si arriva al controsenso di dover condannare, dentro le aule di questo tribunale, degli imprenditori che non abbiano rispettato le norme sulla sicurezza negli ambienti di lavoro. E lo si fa in un ambiente che, a sua volta potrebbe non essere a norma...

«Io al suo posto non userei il condizionale. Il tribunale attuale non è a norma, e non lo è sotto diversi profili. C'era bisogno di una struttura nuova come primo passo per un servizio decoroso, il secondo passo è sicuramente quello degli organici».

Esattamente un anno fa lei stesso, come presidente degli avvocati, ma anche della camera penale e del sindacato forense, negli studi di Tva ha lanciato una richiesta di aiuto alla classe politica. Una trasmissione nel corso della quale era uscita l'idea di far dichiarare il tribunale di Vicenza come sede disagiata. Avete più avuto risposte?

«Tutto tace. All'epoca ci eravamo sfogati con i politici, ma non si muove foglia a proposito di rinforzi per magistrati e personale amministrativo. Dobbiamo semplicemente arrangiarci, questa è la morale poco edificante».
In effetti in questo ultimo periodo voi avete coperto direttamente alcune mancanze dentro le cancellerie.

«Abbiamo studiato due percorsi diversi. Da un lato abbiamo cercato di supportare i dipendenti delle cancellerie con personale volontario. Visto che il Ministero non assume, perché è questa la triste realtà, abbiamo cercato soluzioni tampone. Abbiamo siglato una convenzione che coinvolge tribunale, ordine degli avvocati, amministrazione provinciale e associazione carabinieri in congedo. In questo modo abbiamo messo a disposizione 17 persone - che sono volontari veri - e che lavorano praticamente con lo stesso orario di dipendenti e cancellieri. È un primo passo».

Il secondo percorso è quello che passa attraverso la modernizzazione tecnologica. La categoria è molto impegnata nel tentativo di superare i vincoli burocratici e il legame con la carta, quella carta che si accumula in fascicoli polverosi che sono un po' l'immagine negativa della nostra giustizia.

«Esiste in effetti un progetto lanciato a livello nazionale per arrivare ad abolire la carta...».

Ma voi fate da apripista, non è così?

«Si è vero, noi facciamo da apripista. A livello di distretto sono state siglate delle convenzioni con i due ministeri coinvolti: Giustizia e Innovazione. La finalità è quella di arrivare alle comunicazioni telematiche fra la Corte d'Appello - ma poi il progetto sarà esteso anche ai Tribunali del distretto - e gli avvocati. Biglietti di prenotazione, comunicazioni avverranno tutte con posta elettronica certificata e noi a Vicenza siamo tutti dotati - 1200 avvocati - di una casella di posta elettronica certificata. Come consiglio dell'ordine abbiamo trovato un accordo con una società privata e abbiamo potuto fornire gratuitamente la casella di posta a tutti gli iscritti. Il vero progetto del futuro, ma ormai davvero prossimo, è quello del processo civile telematico. Gli avvocati mandano memorie, comparse e risposte al giudice attraverso la posta elettronica. Il giudice riceve e legge tutto in tempo reale e poi comunica ai difensori delle parti le sue decisioni con lo stesso sistema, abolendo completamente l'uso della carta e di molti adempimenti di cancelleria. Questo dovrebbe contribuire a risolvere almeno in parte il problema dei tempi della giustizia che, nel nostro distretto, sono davvero vergognosi».

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