«Sarà importante l'approvazione in Parlamento della nuova legge professionale che imporrà passaggi diversi da quelli attuali per accedere alla professione. La normativa introduce un sistema maggiormente meritocratico e blocca l'accesso di coloro che non sono sufficientemente motivati».
Ma come reagireste alla proposta di imporre il numero chiuso nelle facoltà di giurisprudenza?
«È una proposta che mi sembra ragionevole e che è stata adottata molti anni per medicina. Un provvedimento che alla fine ha avuto il merito di riportare ordine anche in quella professione. Altri propongono un sistema di ricambio chiuso: si tratta di inserire nuovi giovani nella professione solo man mano che i professionisti più anziani vanno in pensione. Questo per alcuni potrebbe contrastare con alcune direttive europee in tema di libero mercato delle professioni, però... quando si arriva ad una misura poco decorosa, allora bisogna agire di conseguenza».
Parliamo del Consiglio dell'Ordine che recentemente è uscito dalla tornata elettorale: ci sono sempre più donne. E del resto basta frequentare il tribunale per rendersi conto che la professione di avvocato mostra sempre più i tacchi alti...
«Attualmente il consiglio è composto da otto maschi e sette femmine. Lo scorso anno il rapporto era nove a sei, quindi ci stiamo avvicinando alla parità, anche per la bravura delle colleghe donne. Fra i praticanti prevalgono nettamente le donne, segno che il futuro è tutto loro, anche se fra gli avvocati affermati il rapporto non è ancora paritario. Bisogna prendere atto di questa realtà e credo che il responso dell'elezione per il Consiglio lo dimostri chiaramente».
La professione è sempre al centro della polemica e dello scontro anche politico. In Italia si continua a parlare di giustizia facendone un'arma contro l'avversario politico. Ora si parla molto di "processo breve". A suo giudizio si potrà arrivare ad un processo davvero breve o si otterrà solo un processo negato?
«Il processo può essere breve solo con più fondi assegnati alla giustizia. Sarà possibile arrivare al processo che si adegua ai ritmi della realtà del mondo moderno quando ci saranno più risorse, più personale e più magistrati».
nr. 08 anno XV del 6 marzo 2010