![]() |
![]() |
|
![]() ![]() |
||
![]() |
![]() |
La notizia, al di là dell'orgoglio che essa potrebbe e dovrebbe suscitare, per i vicentini che da qualche anno hanno avuto e avranno la possibilità di ammirare la collezione negli interrati di Palazzo Thiene, sede di rappresentanza della Banca, ed eventualmente anche di leggere l'elegante volume Il dono dei dogi. La raccolta di Oselle dogali della Banca Popolare di Vicenza di Alvise Zorzi, distribuito ai soci per lo scorso Natale, sembrerebbe priva di interesse, in quanto ritenuta una bella opportunità solo per i veneziani e i turisti che, per la prima volta, ne potranno usufruire come valore aggiunto alla normale visita dei Musei Civici veneziani.
Nulla di più errato, giacché l'esposizione veneziana è una nuova ed eccezionale opportunità anche per i vicentini, frequentatori o meno di Palazzo Thiene.
"Ritorno" alla zecca veneziana
Anzitutto, nell'ambito del progetto "Capolavori che ritornano" grazie al quale negli ultimi anni, a partire dal 1997, Palazzo Thiene è divenuto un vero e proprio Museo di opere venete, se non addirittura vicentine, in questa temporanea trasferta veneziana mai "ritorno" è stato più pertinente e appropriato. L'attuale sala della Libreria della Biblioteca Nazionale Marciana, eccezionale opera architettonica di Jacopo Sansovino, realizzata tra il 1537 e il 1553 e quindi arricchita da un eccezionale apparato decorativo scultoreo e pittorico di vari autori tra cui figurano anche Alessandro Vittoria, Vincenzo Scamozzi, Tiziano Vecellio, Tintoretto e Paolo Veronese, ospitava proprio la Zecca nelle cui officine (per altro attive, anche dopo le conquiste napoleonica e asburgica, fino al 1870), insieme con le altre monete della Serenissima, si coniarono, a partire dal 1521 anche le Oselle che i dogi erano tenuti ad offrire annualmente a tutti i membri del Maggior Consiglio, ai patrizi veneziani e a coloro che rivestivano le più alte cariche della Repubblica, in sostituzione del tradizionale dono (dal XIII secolo il 4 di dicembre per la ricorrenza di Santa Barbara) delle anatre (oselle in lingua veneta), cacciate in tenute riservate della laguna veneta.