Le Oselle come documenti storici
L'intelligente allestimento espositivo nelle bacheche della Libreria sansoviniana permette al visitatore una visibilità nuova delle Oselle vicentine, direttamente collegate, nelle dodici sezioni in cui sono suddivise e presentate con accattivanti pannelli illustrativi, alla storia della Serenissima di cui, come ha sottolineato il curatore numismatico Luigino Rancan, esse costituiscono una fedele sintesi iconografica. Originalità, come la raffigurazione, poi vietata da decreti ufficiali, delle dogaresse Marina Morosini Grimani del 1597 ed Elisabetta Querini Valier del 1694, eventi gloriosi, come la vittoria sui Turchi a Lepanto del 1571, e tristi (l'ultima Osella del 1796 del doge Ludovico Manin ritrae un uomo inginocchiato che porge del denaro alla Serenissima ormai alla fine, quasi una segnale di estremo addio con la scritta "Matri Amanti Amantes Filii") sono solo alcuni delle significative testimonianze della lunga storia veneziana.
Preziosi documenti della marciana e dell'archivio di stato
Ad incremento di tale documentazione storico-iconografica la mostra veneziana accompagna le varie sezioni con preziosi e unici documenti, in gran parte manoscritti e inediti, di conseguenza mai esposti, provenienti dalla Marciana stessa, coproduttrice del singolare evento, e dall'Archivio di Stato di Venezia; a partire dalla delibera del Maggior Consiglio della Repubblica, adottata il 28 giugno 1521 alla morte del doge Leonardo Loredan, con la quale sì stabilì che «...in luogo degli uccelli, che cadaun gentiluomo nostro aver suole dal principe, per l'avvenire aver debba una moneta...». E così il neo eletto doge Antonio Grimani coniò la prima osella del 1521.
Tutti validi motivi per una riscoperta delle Oselle vicentine nella mostra veneziana, visitabile tutti i giorni, con ingresso dal Museo Correr in Piazza San Marco, dalle ore 10.00 alle ore 17.00.