NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Dagli asini alle parabole satellitari. I mille volti del Marocco, fra profumi di spezie e marmi delle moschee

di Pino Contin

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Dagli asini alle parabole satellitari. I mille vol

La piazza di Marrakech, in ogni caso, incuriosisce per le sue numerose attività: la sua ampia estensione è tutta occupata da bancarelle di frutta, dolci e prodotti artigianali mescolate a donne che leggono la mano o disegnano tatuaggi sul corpo delle turiste, incantatori di serpenti che si fanno fotografare dietro compenso, qualche ballerino che si esibisce nella danza del ventre, entro un cerchio di spettatori attirati dal ritmo delle musiche. Altri raccontano delle storie, certuni mettono in scena brevi rappresentazioni umoristiche, c'è perfino chi vende dentiere disposte con apprezzabile ordine su un tavolino.

Tutto ciò avviene tra un via vai ininterrotto di persone a piedi, in bicicletta, sugli asini, sulle carrozze verdi tirate da cavalli e in mezzo a profumi e a odori che provengono dagli stand gastronomici all'aperto e dai ristoranti e piccoli locali dove c'è sempre qualcosa da mangiare.

Le auto non mancano ma circolano un po' esterne rispetto ai posti più battuti dai turisti, mentre i taxi, a buon mercato, abbondano decisamente.

Impressionante, per quanto riguarda Fès, è la lavorazione secondo tecniche tradizionali delle pelli, che si può osservare da una terrazza che dà, appunto, su una conceria. Nel bel mezzo della medina (città vecchia), gli operai entrano senza stivali nelle vasche colorate e, a mani nude, lavorano e strizzano le pelli tra odori e situazione igienica che rimandano direttamente al Medioevo: non so come faranno d'estate (qua si superano i 40° di temperatura) a sopportare simili condizioni...

Meknes, altra città imperiale, conserva un'interessantissima testimonianza del suo importante passato. Si tratta di un grandioso insieme di silos, fatto costruire nel 1600 dal sultano Moulay Ismail, dotato di autonomo sistema di approvvigionamento idrico, azionato da cavalli, con geniali soluzioni per la necessaria ventilazione. Avrebbe garantito, con le ingenti scorte di grano, fieno e paglia, per lunghi periodi la difesa da eventuali attacchi nemici; il granaio è affiancato da una scuderia capace di contenere fino a 12.000 cavalli!

A Rabat è di rito la visita al mausoleo moderno del sovrano Mohammed V, capolavoro in stile ispano-moresco dell'arte tradizionale marocchina, costruito nel 1971: a turni di due ore, degli addetti si avvicendano a pregare vicino alla tomba del nonno del re attuale (Mohammed VI), situata poche centinaia di metri dall'Atlantico e di fronte alla torre Hassan, minareto incompiuto, uno dei simboli della città.

Tuttavia è a Casablanca che si tocca con mano il significato vero dell'espressione "cattedrale nel deserto". È stata eretta in sei anni e terminata da poco, col contributo del popolo marocchino, la moschea di Assan II, sfarzosa e imponente da ogni punto di vista: all'interno marmi di Carrara e lampadari in vetro di Murano testimoniano che non si sono risparmiati mezzi per onorare quel sovrano.

È situata nei quartieri più popolosi di Casablanca, in fondo ad una immensa piazza, ornata di simmetrici portici a colonnato, che dà sull'oceano e, nelle intenzioni di chi l'ha voluta, dovrebbe prefigurare il futuro della città destinata a divenire una delle maggiori metropoli africane e, forse con un eccesso di presunzione, una delle più belle del mondo.

Ma, con molta probabilità, mi resterà impressa nella memoria l'immagine della piccola stanza scura, senza finestre, che comunicava direttamente col souk e fungeva da aula di scuola materna, dove un paio di insegnanti tenevano occupata una quarantina di bambini ammassati, seduti attenti sui loro banchetti. E non potrò dimenticare facilmente i numerosi lustrascarpe in azione nelle vie di quelle città, ove frequente è la presenza di donne di ogni età che tendono la mano ai passanti e molti sono i ragazzini che ti seguono ovunque, a lungo, nei tuoi giri curiosi, sollecitando vivamente qualche moneta da portare a casa...

nr. 10 anno XV del 20 marzo 2010

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