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«È una società totalmente pubblica (una società a responsabilità limitata, ndr) e opera solo a beneficio dei comuni soci di cui ha l'affidamento diretto. Ogni comune partecipa pro quota abitanti, cioè più una municipalità è grande maggiori sono le sue quote. Inoltre Esco Berica non può, in quanto società pubblica, svolgere attività di risparmio energetico nel settore privato».
Chi è il vostro bacino d'utenza?
«Quasi tutti i comuni dell'area del Basso Vicentino, 18 su 22 per essere precisi. Il che corrisponde all'incirca a 75 mila abitanti».
Molti sono perplessi quando sentono parlare di società a capitale pubblico soprattutto perché spesso sia gli scopi sia la gestione delle risorse sono avvolti da nebulosa. Quali sono gli obbiettivi di Esco Berica?
«Le ragioni sono di due ordini: economiche e politiche. La prima, economica, è finalizzata alla creazione di un braccio operativo che sia "libero" di svolgere attività di risparmio energetico per i comuni soci. Risparmio, sottolineo, che si vedrà anche sulla bolletta. Il fotovoltaico, ad esempio, è solo uno dei progetti. Abbiamo in cantiere altre iniziative sulla pubblica illuminazione e su quella che in gergo tecnico è chiamata "gestione calore"».
E le ragioni politiche?
«Da un lato si doterà l'area di uno strumento in grado di autofinanziarsi e quindi offrire alla comunità dei servizi complementari di pubblica utilità. Dall'altro, si potrà contare su un nuovo e aggiornato strumento di consulenza tecnica in materia di edilizia e settore energetico. Una delle necessarie conseguenze sarà l'omogeneizzazione dei regolamenti edilizi in materia di installazione di impianti per energie alternative e rinnovabili. Abbiamo rilevato per esempio che oggi, da comune a comune, l'applicazione delle normative edilizie sul fotovoltaico cambiano notevolmente provocando disparità di trattamento tra cittadini».
Questo ci porta al progetto di installare pannelli solari sui tetti degli edifici pubblici. A che punto siete?
«Alla fine si tratta di sistemare 18 impianti che produrranno circa 700 kW di energia elettrica. Ci siamo impegnati a concludere l'intero progetto entro il 2010 perché dal gennaio 2011 cambieranno le tariffe del Conto Energia. Ad oggi abbiamo effettuato l'indagine tecnica, abbiamo individuato gli edifici e predisposto il bando di gara. E siamo in attesa dei finanziamenti».
Ecco, parliamo di soldi. A quanto ammonta la spesa?
«Abbiamo stimato un investimento di circa 2 milioni e mezzo di euro».
A chi vi siete rivolti per ottenere i finanziamenti?
«Premesso che Esco Berica non deve gravare sui bilanci comunali per svolgere la sua attività, ci siamo ovviamente rivolti agli istituti di credito locali. Eppure abbiamo registrato una certa difficoltà a finanziare un progetto di pubblico interesse, non solo per le tasche dei cittadini, ma anche dell'ambiente».
Come se lo spiega?
«La logica di una banca è quella di valutare la così detta "bancabilità" di un progetto. È evidente che una società pubblica, neonata e non dotata di sufficiente capitale di garanzia, può creare qualche perplessità a degli operatori non avvezzi a nuovi strumenti finanziari come il Conto Energia. È superfluo sottolineare che le normali forme di garanzia sui beni dell'ente pubblico non sono praticabili. Credo che anche gli istituti di credito locali dovranno fare uno sforzo di aggiornamento per dotarsi di strumenti di valutazione adatti a progetti di un settore in forte crescita come quello delle energie alternative e del risparmio energetico. Comunque sono fiducioso che riusciremo a raggiungere un accordo proficuo anche per le banche che nel territorio operano e del cui sviluppo sono uno degli attori principali».
nr. 10 anno XV del 20 marzo 2010
