NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Vicenza “si aggiudica” l’ampolla nera di Legambiente

Vicenza si distingue in negativo per i valori del Pm10, fuorilegge 2 giorni su 3, e per l’elevata rumorosità

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Da sinistra: Vittorio Valentini, Vittorio Cogliati Dezza, Antonio Dalla Pozza, Michele Bertucco, Roberto Fagotto

Allarmanti, tre giorni su tre, i valori del PM10. Decibel sempre oltre i limiti con valori che restano quasi gli stessi sia di giorno che di notte.

È questo il quadro complessivo emerso a Vicenza dalle analisi compiute dal Treno Verde, la storica campagna di Legambiente e Ferrovie dello Stato, realizzata anche grazie al contributo di Telecom Italia, che ha lo scopo di monitorare lo stato dell'inquinamento atmosferico e acustico nelle città italiane, grazie ai rilevamenti del laboratorio mobile dell'Istituto Sperimentale di RFI e di sensibilizzare i cittadini su cambiamenti climatici, risparmio energetico e utilizzo delle fonti rinnovabili, attraverso le mostre realizzate a bordo del convoglio ambientalista.

Consegna ampolla nera al comune di Vicenza al 5° posto nella classifica nazionale di Legambiente per inquinamento da PM10I dati finali relativi alla qualità dell'aria e ai livelli di rumore sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa da Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, Antonio Dalla Pozza, assessore all'ambiente comune di Vicenza, Michele Bertucco, presidente di Legambiente Veneto, Roberto Fagotto, direzione regionale Trenitalia Veneto, Vittorio Valentini, responsabile del laboratorio mobile dell'Istituto Sperimentale di RFI, Gaetano Callegaro, presidente Legambiente Vicenza.

Le analisi presentate sono il frutto delle 72 ore di monitoraggio effettuate dal laboratorio mobile di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), rimasto posizionato in Viale del Sole, angolo via Brigata Regina, in maniera ininterrotta domenica 21, lunedì 22 e martedì 23 marzo.

Davvero preoccupanti i valori registrati del PM10 in due dei tre giorni di monitoraggio. Secondo quanto emerso dalle analisi del laboratorio mobile di RFI nei tre giorni di campionamento, i valori delle polveri sottili, altamente dannose per la salute dell'uomo, si sono sempre mantenute ben oltre la soglia consentita, superando di gran lunga il limite giornaliero di 50 mg/m3 previsto dal DM 60 del 2/4/2002. Preoccupante il dato del valore medio registrato durante il primo giorno di monitoraggio: 215 mg/m3, ossia più del quadruplo del limite di tolleranza, con condizioni meteorologiche che non hanno favorito la dispersione degli agenti inquinanti. Scende ma resta del tutto fuorilegge il dato del giorno successivo, arrivato a 116 mg/m3 mentre rientra nei limiti il valore del terzo giorno, in cui il livello delle polveri si è fermato a 48 mg/m3 grazie finalmente alla presenza di un po' di vento che ha ripulito un po' l'aria.  

Un quadro complessivo, per altro, che si rivela conforme alla situazione critica del livello di inquinamento della città che nella classifica nazionale di PM10 ti tengo d'occhio di Legambiente, vedono Vicenza posizionata al quinto posto tra gli 88 capoluoghi di provincia esaminati. Da sottolineare, il fatto che tale classifica prende in riferimento la centralina con i dati peggiori tra quelle predisposte nelle città.

Si sono rivelati sotto controllo, invece, i livelli di biossido di zolfo, monossido di azoto, monossido di carbonio, ozono e benzene.

«Grave e rischioso il quadro che emerge dai tre giorni di monitoraggio a Vicenza - afferma Michele Bertucco, presidente di Legambiente Veneto - con dati al di sopra della soglia umana di tolleranza, coincisi proprio con una delle giornate in cui la città cercava di tirare il freno ad una situazione a quanto pare sempre più ingestibile. I dati dell'inquinamento di questi giorni e l'alto posizionamento di Vicenza tra le città più inquinate d'Italia, in linea con i capoluoghi veneti ad eccezione di Belluno, ci portano infatti ad affermare che non è sufficiente attuare provvedimenti tampone per risolvere una criticità così profondamente radicata. Troppo spesso si è cercato di nasconderne le vere ragioni dietro la scusa della particolare conformazione geografica da cui la Pianura Padana è caratterizzata e che non ne favoriscono il ricambio dell'aria. Per noi si tratta invece di dati da assumere come fatti oggettivi da cui, piuttosto, si deve ripartire per risanare in maniera decisa ed efficace una condizione che per ora volge alla sola regressione. Allargando lo sguardo sull'intera regione si assume che tutte le province del Veneto sono in prima linea nel triste primato delle aree urbane dove il livello delle polveri è quasi sempre ben oltre il limite consentito. La peggiore di tutte è Venezia, a 55 superamenti del limite consentito, seguita a breve distanza dalle altre, mentre migliora la prestazione regionale la sola Belluno ferma a 18 giorni. Un'irregolarità - conclude Bertucco - che comporta l'occorrenza di attuare un serio cambio di passo per innestare quel mutamento culturale votato alla consapevolezza dei rischi che una condotta sconsiderata comporta per la salute di tutti i cittadini».

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