Presidente Zordan, anche quest'anno il pubblico ha risposto con entusiasmo ad un impegnativo appuntamento teatrale di ben otto serate. È soddisfatto della risposta in generale anche dal punto di vista statistico delle presenze e in particolare del rapporto di "fidelizzazione" degli spettatori?
«Assolutamente sì. Devo confessare che avevo qualche preoccupazione per l'impatto che il nuovo teatro avrebbe potuto avere sulla nostra programmazione, ma in realtà non ne abbiamo minimamente risentito. Anzi. Basta guardare i dati relativi alla vendita degli abbonamenti: il loro numero è cresciuto del 10 per cento e per l'80 per cento sono stati venduti addirittura prima che il cartellone venisse reso noto, a dimostrazione dell'affetto del pubblico nei confronti del festival. Il risultato è stato veramente ottimo, con il teatro gremito ogni sera di spettacolo, e con la media di spettatori più alta degli ultimi dieci anni».
E tutto questo anche se, quasi ogni sabato, si è verificata la concorrenza di altri spettacoli al Teatro Comunale, al Teatro Astra e in altre sale cittadine. Servirebbe un coordinamento?
«Sicuramente sarebbe vantaggioso per tutti: ci sono state serate nelle quali il cartellone di città e provincia contava anche quattordici/quindici spettacoli...; sono situazioni che con un coordinamento si potrebbero gestire meglio..., ma per farlo ci vuole la volontà di tutti».
Ad ogni spettacolo il pubblico è stato invitato ad esprimere una sua votazione in funzione di un premio speciale. Ha notato una maturazione critica in questi oltre vent'anni?
«Sì. E non è un caso che la scelta della giuria e quella del pubblico spesso tendano a coincidere. Ci siamo resi conto che il pubblico di una manifestazione come la nostra non cerca affatto il puro e semplice divertimento e non si fa nemmeno influenzare dal titolo celebre o dalla compagnia rinomata: ha maturato un forte senso critico e ciò che cerca, è sempre e comunque la qualità, riuscendo a scovarla sia in uno spettacolo squisitamente brillante sia in un testo di forte intensità drammatica».
Anche i mezzi di comunicazione di massa hanno dimostrato notevole interesse verso questa rassegna teatrale. Soddisfatto?
«Ci hanno seguito con attenzione e costanza e siamo molto grati a tutti. Ci piace anche considerare questa attenzione il frutto della serietà e dell'impegno con i quali da sempre lavoriamo, puntando ogni anno a migliorarci e ad offrire qualcosa di più al pubblico. Un grazie particolare va naturalmente a Il Giornale di Vicenza, che ha dato ampio spazio sia alle presentazione che alle critiche teatrali dei singoli spettacoli ed è stato, anche quest'anno, partner del festival».