NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Il premio Maschera d’Oro consegnato al Teatro dei Picari

di Mario Bagnara
mario.bagnara@fastwebnet.it

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MASCHERA D’ORO

Indubbiamente la Maschera d'Oro riesce a presentare "prodotti di qualità". Qualche puntualizzazione sui criteri di selezione e sui rapporti tra teatro amatoriale e quello professionale?

«Non posso che sottolineare la capacità di scelta dei selezionatori, ai quali viene data totale libertà di giudizio, senza alcun tipo di interferenza "politica" da parte dell'organizzazione. In questo modo viene garantita una selezione esclusivamente qualitativa: spesso difficile, va detto, perché capita che a meritare un posto in finale possano essere ben più delle sette compagnie che vi possono accedere; e in questo giocano la competenza e l'equilibrio dei selezionatori, dalla commissione tecnica che attua la prima scrematura fino al prof. Luigi Lunari, noto drammaturgo, saggista e consulente artistico di Fita Veneto, al quale spetta l'ultima parola sul cartellone definitivo. Quanto ai rapporti tra teatro amatoriale e professionale, senza citare quelle caratteristiche tecniche che notoriamente dividono queste due realtà, a me piace guardare al teatro in quanto tale, all'interno del quale c'è il teatro fatto bene e il teatro fatto male, indipendentemente che lo si faccia per professione o per sola passione».

Una Sua valutazione sui riconoscimenti decisi dalla qualificata giuria?

«Non posso che esprimere piena soddisfazione per il fatto che la giuria si sia sempre dimostrata limpida, competente, professionale e super partes, operando scelte sempre coerenti».

Anche il coinvolgimento degli studenti delle scuole medie superiori nel Premio "La scuola e il teatro" si è rivelato un'ottima strategia di educazione al teatro (primo premio a Paolo Pezzuolo del Liceo "Trissino" di Valdagno). Come giudica i risultati?

«Sono convinto che i giovani sono il nostro futuro. Spero quindi che questo nostro appuntamento serva a formarli e da parte nostra ci sarà sempre ampia disponibilità per sostenere questa iniziativa, che tra l'altro penso sia l'unica del genere in Italia. Quanto ai risultati, ogni anno siamo colpiti dalla preparazione e dalla maturità dei ragazzi. Altrettanto siamo grati agli insegnanti che con grande sensibilità li guidano alla scoperta del mondo del teatro, consapevoli del significato che questa realtà ha nella cultura e nella storia dei popoli dall'antichità a oggi e certamente anche per il futuro».

Il Teatro Comunale può essere una nuova risorsa anche per il teatro amatoriale, nonostante i suoi problemi acustici proprio per questo genere di spettacoli? La FITA per ora è affezionata al Teatro San Marco; qualche prospettiva per il nuovo teatro?

«Già più volte ho espresso il mio pensiero su questo argomento. Per dirla con un proverbio: "Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire"..., noi comunque siamo disponibili al dialogo e mi permetto di sottolineare che una collaborazione in tal senso potrebbe andare anche a vantaggio del Comunale: non ho nessuna incertezza nel sostenere, infatti - anche in veste di abbonato alla stagione di prosa del teatro cittadino - che molti spettacoli proposti dalla "Maschera" sono di gran lunga superiori rispetto a quelli transitati in queste stagioni al Comunale. Spettacoli migliori e a costi inferiori».

In tempi ora più difficili che in passato dal punto di vista finanziario, riuscire a mantenere un Festival come la "Maschera d'Oro" è un'impresa eroica; che cosa spinge Lei e Suoi collaboratori a questo impegno? E qual è l'apporto degli sponsor, in particolare dell'Associazione Artigiani della Provincia di Vicenza che ha arricchito la rassegna con l'istituzione del suo "Faber Teatro"?

«Alla prima domanda non posso che rispondere con "la passione". È la passione che ogni anno ci fa affrontare una macchina organizzativa così complessa, specie se si considera che si tratta di un festival nazionale, tale quindi da coinvolgere formazioni provenienti da ogni parte d'Italia, con tutti i problemi logistici che questo comporta. Quanto al versante finanziario, naturalmente anche il nostro festival si regge per una parte consistente grazie ai contributi messi a sua disposizione dalle amministrazioni pubbliche partner dell'evento. È quindi chiaro che i tagli operati al settore sono estremamente pesanti per realtà come le nostre: e un taglio a un grande contributo magari non fa tanto male, ma quello su un piccolo contributo può essere devastante. Quindi, è ovvio che finché riusciremo a far quadrare i conti, per parte nostra andremo avanti con l'impegno di sempre; nel caso però in cui questi contributi, per noi essenziali, dovessero venire a mancare e non ci dovesse essere più possibile proseguire, ognuno si prenderà le proprie responsabilità al riguardo. Al momento ci tengo comunque a ringraziare quegli enti che, malgrado le difficoltà, ci sono rimasti vicini, dalla Regione alla Provincia, al Comune di Vicenza. Un grazie particolare voglio poi esprimere all'Associazione Artigiani, che con il suo Premio Faber Teatro ha dato al festival un valore aggiunto assolutamente unico, dimostrando una grande sensibilità verso la cultura, il teatro e il territorio».

Arrivederci quindi alla "Maschera d'oro" 2011!

nr. 12 anno XV del 3 aprile 2010

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