Quale percezione ha di questo momento difficile per il nostro territorio e la nostra comunità, dovuto non solo al tema dell'economia?
«Siamo in una situazione di movimento, ma di movimento discendente. Purtroppo dal punto di vista economico la crisi sta avvitandosi sempre di più su se stessa e incide sempre più profondamente sulle imprese, sulle famiglie. C'è il timore che una volta terminati i sussidi degli ammortizzatori sociali, si crei veramente una situazione di grande difficoltà. Ma c'è anche una preoccupazione che riguarda in generale il tema della politica, della cultura, dei valori fondamentali che tengono insieme il tessuto della nostra comunità. Però vedo anche segni di speranza: c'è la consapevolezza che usciremo dalle situazione difficili solo insieme, mettendoci insieme, collaborando, cercando strade convergenti, sia dal punto di vista dell'impegno sociale ed economico; sia dal punto di vista anche della cosiddetta emergenza educativa tra scuole, parrocchie, gruppi e giovani. Un impegno che vede ogni singola persona, ogni famiglia, ogni comunità, mettersi in gioco e in rete, con le altre realtà. I vicentini nei momenti difficili sanno esprimere il meglio di loro stessi, e questo è ciò che dà speranza».
Mi permetto di dire che il confronto costruttivo deve essere la strada da seguire in tutti gli ambiti.
«Il confronto, il dialogo, non esimersi da questi valori fondamentali: servono tavoli di rapporti, di relazioni, in cui ciascuna realtà si mette in gioco insieme alle altre senza timore di rendersi corresponsabile, con le proprie idee, secondo le proprie prospettive, ma in una dimensione di ricerca del bene comune perché è questo il punto fondamentale».