NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Intercettazioni: 624 autorizzazioni in un anno. Ecco come vengono fatte a Vicenza

Riparte il dibattito sulla opportunità di cambiare le regole per chi vuole indagare ascoltando le telefonate altrui. Il nostro sondaggio dice di no, ecco alcuni spunti di riflessione

di Tiziano Bullato
bullatot@tvavicenza.it

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Intercettazioni telefoniche. Quante sono e come ve

La recente indagine della procura di Trani, quella che ha messo sotto inchiesta il presidente del consiglio Silvio Berlusconi per le presunte pressioni esercitate su componenti della Autority per le telecomunicazioni al fine di ottenere la chiusura della trasmissione "AnnoZero" di Michele Santoro, ha riaperto in modo drammatico il dibattito sulle intercettazioni telefoniche nell'ambito delle indagini giudiziarie.

Proprio all'indomani dell'esplodere del "caso Trani", ladomenicadivicenza.it ha lanciato un opportuno e importante sondaggio fra i lettori, chiedendo se le intercettazioni telefoniche debbano restare come sono ora o se debbano essere cambiate. Il risultato è stato piuttosto netto: il 60 per cento degli internauti che frequentano il nostro sito hanno detto che le intercettazioni telefoniche devono rimanere così come sono, il 40 per cento ha detto invece che bisognerebbe cambiare il modo di entrare nella vita privata dei cittadini italiani.

A questo punto ci siamo posti una domanda: ma quanti sono i vicentini che vengono ascoltati per motivi di indagine? La risposta arriva dall'esame del registro tenuto dalla cancelleria del giudice delle indagini preliminari del tribunale. Bisogna sapere, infatti, che nel nostro paese esiste una normativa precisa e particolarmente restrittiva per quanto riguarda l'accesso ai telefoni dei cittadini. Il pubblico ministero può chiedere l'intercettazione di una utenza telefonica per un periodo di 15 giorni, ulteriormente prorogabile. Ma è il giudice, viste le carte dell'inchiesta, a dare il via libera ai registratori. Del resto non bisogna dimenticare che l'articolo 15 della Costituzione proclama la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni forma di comunicazione: la limitazione di una libertà sancita dalla Costituzione passa quindi solo attraverso una decisione del giudice che dispone con decreto motivato che, in alcuni casi, il dettato costituzionale può essere derogato. Le intercettazioni possono essere disposte solo nel corso di procedimenti penali relativi a reati specifici. Significa che non si possono intercettare le persone per vedere se, per caso, compiono dei reati: questo sarebbe inaccettabile. Una tale previsione si ritrova solo nei casi di criminalità organizzata e terrorismo internazionale. La dottrina le considera illegittime in ogni caso e, anche se realizzate, sono inutilizzabili in un processo. Serve che a carico delle persone intercettate vi siano gravi indizi di colpevolezza e che l'intercettazione sia assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione delle indagini. Se c'è un mezzo diverso va esplorato fino in fondo.

Bene, definito chiaramente che l'intercettazione legittima è solo quella fatta dalla polizia giudiziaria seguendo queste regole, e che ognuno di noi ha invece la possibilità di registrare proprie conversazioni con terze persone e di utilizzarle in seguito come fonte di prova in un procedimento giudiziario, andiamo a vedere quante sono state le persone ascoltate a Vicenza nel corso del 2009.

L'ufficio del giudice delle indagini preliminari ha autorizzato 624 intercettazioni, delle quali circa 200 sono autorizzazioni al ritardato deposito. È un istituto particolare che consente alla procura di depositare con ritardo le conversazioni registrate, e questo per non dare un indebito vantaggio a coloro che già sanno di essere indagati e che potrebbero, con il deposito, venire a sapere quali siano gli elementi a loro carico e precostituire una difesa artefatta o contribuire a inquinare il quadro probatorio. Sono tante, 624 intercettazioni telefoniche in un anno? Sono poche? È davvero difficile dirlo, e forse è anche inutile cercare di stabilirlo. È sicuramente più producente ragionare sulla utilità di questo metodo di indagine e sul suo costo. A questo proposito va detto che ascoltare il telefono di qualcuno per 24 ore costa allo stato 12 euro più iva. Un costo che negli ultimi anni si è molto ridotto, ma che vede ancora non poche polemiche: fra le forze dell'ordine sono molti coloro che ritengono quello delle intercettazioni un costo indebito, che va nelle tasche delle compagnie telefoniche in maniera indebita: alla fine sono poliziotti, carabinieri e finanzieri a passare le ore con le cuffie sulle orecchie per ascoltare e il costo alla fine non è altro che un balzello. Risultano invece molto più costose le intercettazioni ambientali: in alcuni casi, infatti, viene autorizzato l'impianto di una microspia nella vettura di un indagato o all'interno di una stanza, praticamente mai in casa. In questo caso le apparecchiature vengono, in genere, noleggiate e sono costose.

 

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