NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Alessandro Gassman, non solo l’attore

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Alessandro Gassman, non solo l’attore

La protagonista era Nicoletta Braschi, il film si chiamava "Mi piace lavorare".

«Esatto, un bellissimo film. Da direttore dello Stabile del Veneto mi piacerebbe portare i giovani a teatro e toccare tematiche che li riguardino da vicino dato che le loro realtà non sono rose e fiori: ne vivono una molto più drammatica di quella che vivevamo noi alla loro stessa età, negli anni '80, che sembrava che eravamo tutti ricchi e che stavamo tutti bene. Oggi vedo una realtà che è decisamente meno imbellettata».

Oggi si parla molto di censura, di mancanza di valori e di vuoto culturale. Alcuni artisti rispondono con dei lavori molto provocatori. Secondo te è un modo efficace per rispondere a questi problemi?

«No. Io ho sempre cercato la via della mediazione e dell'ascolto. A me interessa di più sapere cosa dicono quelli che la pensano diversamente da me, che non mettermi ad urlare in coro con quelli che la pensano come me. Ne è la prova "La parola ai giurati": su 11 uomini che urlano prevale quello che ascolta di più. Mi auguro che si possa andare lentamente verso una società dove si ascolta di più e dove si ascoltano quelli che non la pensano come noi. Secondo me si riesce sempre a trovare un modo per capirsi».

Tu lavori spesso con Manrico Gammarota. ci parli di questo sodalizio?

«È un grande attore e mi trovo molto bene con lui. Sarà il protagonista della mia prossima regia che debutta il 18 giugno a Napoli : "Immanuel Kant" di Thomas Bernard. Una delle grandi doti di Manrico è che ha una grande capacità di ascoltare chi gli sta attorno; è un uomo di grandissima sensibilità, è un amico e riesce sempre a toccare il cuore dei personaggi. Anche quando ne ha a disposizione alcuni molto sgradevoli».

Per terminare una domanda sui premi ETI che chiama in causa il Gassman direttore dello Stabile del Veneto: quanto può pesare per Vicenza averli persi? Li ha persi Vicenza o è una scelta dell'organizzazione? L'assessore Lazzari parla di un'iniziativa diversa: volevamo sapere se ne sei a conoscenza, se la condividi e se già da quest'anno si potrà avere un evento al posto degli ETI che sia di egual prestigio.

«Con la Lazzari non ho ancora parlato. Credo che non ci sai nessun tipo di perdita dato che è una terza serata su Rai Uno, vista da pochissima gente. Stiamo lavorando con il Comune di Vicenza per trovare un accordo che sia gradevole per tutti e credo che nei prossimi giorni si troverà una soluzione definitiva. Un premio che tra l'altro ho vinto l'anno scorso, per cui non dovrei parlarne male ma che secondo me ha un difetto grave nella sua organizzazione e cioè che 15 persone debbano decidere quali siano le terne e poi 400 votino, sappiamo un po' all'italiana. L'Olimpico non ha bisogno dei premi ETI per vivere: è una delle strutture più belle del mondo e vengono da tutte i Paesi a vederlo e sono convinto che la rassegna teatrale procederà bene come è sempre stato. Io sto proponendo un premio alternativo, che secondo me dovrà essere molto più importante degli Olimpici, che vorrei chiamare Premio Goldoni e che verrà attribuito dal pubblico. Io chiederò agli stabili di dare delle schede nei teatri e che la gente voti la qualità degli spettacoli che vede. Questo premio verrà consegnato all'Olimpico o al Goldoni di Venezia, comunque in regione. Io vorrei che i risultati che il teatro ottiene venissero realmente premiati e che non fossero i teatranti ad auto premiarsi. Sono molto onorato di ave r vinto gli Olimpici del Teatro e mi auguro che sia stata una votazione trasparente. Mi sembra un po' strano però che un premio così, che ha una visibilità televisiva di terza serata e quindi di ‘nessun' interesse, sia gestito da una persona che lo considera come una cosa sua privata. Abbiamo scoperto che il premio Olimpici del Teatro appartiene al signor De Fusco: ci fa piacere...».

 

nr. 13 anno XV del 10 aprile 2010

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