NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Basta ipocrisie: zone a luci rosse o legalizzare la prostituzione

Un disegno di legge,
una proposta-provocazione
per cercare di limitare il fenomeno
e per restituire decoro alle città.
Vicenza capofila

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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Basta ipocrisie: zone a luci rosse o legalizzare l

Sono 401 le contravvenzioni elevate contro i trasgressori dell'ordinanza anti- lucciole. Molti, considerando la divulgazione della notizia da parte della amministrazione comunale, urbi et orbi. Talmente tanti da indurre l'assessore alla sicurezza Antonio Dalla Pozza ad una mezza ammissione: «È una battaglia contro i mulini a vento, a questo punto sarebbe quasi meglio pensare ad una regolamentazione del fenomeno». Una zona a luci rosse per tenere sotto controllo la prostituzione in città? Chissà, potrebbe essere una idea anche se la proposta potrebbe rivelarsi troppo forte per una città come Vicenza. Risolvere questo aspetto sembra infatti impossibile. E d'altra parte togliere la prostituzione dalle strade pare essere diventata una battaglia persa in partenza, non solo da questa amministrazione, ma da sempre e non solo a Vicenza.

L'idea di una area a luci rosse da anni spunta periodicamente come una soluzione al problema, ma di fatto, nessuno ha mai preso il coraggio a piene mai per avanzare una proposta che sapesse di concretezza reale.

«Da amministratore dico due cose -spiega Dalla Pozza- Stiamo esaurendo la fantasia nel tentare di combattere il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione, della micro criminalità diffusa, dello spaccio di stupefacenti. Non abbiamo le risorse sufficienti per affrontare il problema». Dalla Pozza è sfiduciato, ma d'altra parte il problema è davvero complesso da affrontare. «Piuttosto di tutto quel che sta avvenendo oggi, con i comuni costretti ad occuparsi di una materia titanica, forse potrebbe essere utile una regolamentazione, ma è una estrema ratio. Non sono però in grado di dire se la regolamentazione metta poi un capello normativo in cima allo sfruttamento delle ragazze e alla tratta delle donne, ad esempio dai paesi dell'est o dall'Africa, o a fenomeni degli abusi incarnati dalla prostituzione minorile. Dico che è finito il tempo del delegare, di queste cose non si devono più occupare i sindaci. Ci sono un governo ed un parlamento ed è ora che si legiferi in materia. Quando abbiamo represso la prostituzione su strada e ce la siamo poi ritrovati negli appartamenti. I comuni non hanno la possibilità di strutturare interventi seri in questo campo. Ci sono 100 proposte di legge depositate. Stiamo aspettando che la Carfagna vieti la prostituzione su strade come aveva promesso. Noi ci inventiamo ordinanze, multe, invece di occuparci con la Polizia Stradale di combattere gli incidenti sulle strade. Non so se la soluzione sia la regolamentazione. Di sicuro così non si può più andare avanti».

L'assessore alla sicurezza ci tiene però anche a fare una precisazione: «Detto questo, mi fa orrore lo sfruttamento delle donne che nel maggior numero dei casi sono vittime, almeno nel caso di Vicenza. Si tratta di un traffico più ampio. Oggi sono a Vicenza poi a Milano, a Bergamo e così via. C'è chi affitta gli appartamenti, gestisce gli spostamenti. Liberateci dal problema: non possiamo chiedere ai vigili urbani di occuparsi di prostitute. Oggi siamo in una azione sinergica con altre forze dell'ordine, ma i cittadini vengono dal sindaco a chiedere di liberarli dal fenomeno».

Le ronde? Che ne pensa Dalla Pozza della uscita della Lega Nord che vuole presidiare le strade? «È serio uno Stato che dice, difendetevi da soli, ai propri cittadini anche sulla prostituzione? Non credo proprio! Sulla spaccio di droga si chiede ai cittadini di andare a fare la guerra agli spacciatori? Ma siamo seri. Non siamo nel far west. Lo stesso tipo di lamento arriva da chi ha la prostituta sotto casa piuttosto che uno spacciatore. Si dovrebbe intervenire in modo più duro contro la prostituzione, e deve farlo il governo».

Notti tranquille, il progetto di controllo del territorio, andrà in soffitta? «Non è che si finirà coi controlli, vi sono altri progetti ad integrarlo. Sanzioniamo il divieto di fermata delle persone, non è che faremo cose diverse, anche se ci sono meno quattrini di prima e cercheremo di non far diminuire la pressione. Il progetto, nuovo, si chiamerà strada amica».

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