NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Basta ipocrisie: zone a luci rosse o legalizzare la prostituzione

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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La proposta di legge di Franco

Si torna a parlare anche a Vicenza della possibilità di creare una zona a luci rosse per togliere la prostituzione dalla strade del centro: ci sono di fatto svariate iniziative parlamentari per dare definizione al problema, ma ancora nulla di concreto. Ci è sembrato logico interpellare su una questione che più volte negli ultimi anni ha chiamato in causa i due rami del Parlamento, senza mai arrivare a normare questa particolare attività, proprio un parlamentare, l'esponente della Lega Nord Manuela Dal Lago che sull'argomento a fine gennaio 2009 ha presentato assieme al collega di partito Luciano Dussin una proposta di legge dal titolo "Nuove norme in materia di esercizio della prostituzione".

Onorevole Dal Lago  sarebbe favorevole ad una zona a "luci rosse" a Vicenza o nel vicentino?

«Sì, sono d'accordo, tant'è che già nel gennaio del 2009 ho presentato in Parlamento una proposta di legge che introduce nuove norme in materia di esercizio della prostituzione. Innanzitutto, la mia proposta prende atto che la prostituzione esiste e che quindi la cosiddetta legge Merlin fu sostanzialmente inutile. Dato che il fenomeno esiste, occorre allora controllarlo, impedendo che la prostituzione avvenga lungo le strade, ma consentendola solo in luoghi adatti. Quali? Nella mia proposta di legge è stabilito che la prostituzione possa essere esercitata nelle aree preferibilmente collocate nell'ambito di zone industriali dismesse, con il divieto di esercizio in prossimità di edifici adibiti a civile abitazione o destinati a esercizi commerciali, nonché con l'osservanza di una adeguata distanza dai luoghi di culto, dalle scuole, dagli ospedali e dai parchi pubblici. Ciò consente un maggiore e più efficace controllo della prostituzione con ripercussioni positive anche dal punto di vista sanitario. Nel mio provvedimento si prevede, infatti, che la persona che esercita la prostituzione abbia l'obbligo di iscriversi in un apposito registro tenuto dall'azienda sanitaria locale e di sottoporsi annualmente a controlli medico-sanitari presso le strutture sanitarie e di esibire, a richiesta dell'autorità sanitaria o di polizia, l'ultima certificazione sanitaria rilasciata da tali strutture. Da un esercizio controllato e regolamentato della prostituzione si può far conseguire anche un'altra cosa: chiunque esercita la prostituzione è tenuto non solo al pagamento degli oneri sanitari, ma anche di quelli previdenziali e delle imposte sul reddito prodotto nell'esercizio di tale attività».

401 multe in questi mesi di clienti vicentini pizzicati sulle strade del sesso. Servono ancora qualcosa queste ordinanze visto che il numero delle prostitute e dei clienti, nonostante le multe, non è diminuito?

«Non credo che il problema della prostituzione si possa risolvere semplicemente multando i vicentini. Queste 401 multe degli ultimi mesi non pongono fine alla questione. Così come non può considerarsi una soluzione la chiusura di una strada ad esempio dalle 8 di sera fino alla mattina seguente, cosa che di fatto limita la libertà di circolazione dei cittadini che è un diritto costituzionale. In altre parole, occorre limitare la libertà di prostituzione e non certamente la libertà dei cittadini. In attesa che il Parlamento vari una nuova legge sull'esercizio della prostituzione, la comunità locale, insieme alle forze di polizia, deve aumentare i controlli e mettere in campo azioni deterrenti della prostituzione che non è un fenomeno che sta ai margini della città, nelle periferie, ma che arriva fino al centro storico di Vicenza».

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