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La semplicità dell'atto, nasconde, talvolta brutalmente, l'invisibile percorso che porta un brano da un anonimo scantinato al top ten delle classifiche mondiali.
La realtà quotidiana di chi, con diverse fortune, prova di fare musica a Vicenza è spesso impregnata dell'odore stantio di un garage senza finestre o di una stanza prove ricavata dagli spazi più improbabili.
In città le sale prova, sono poche e costano molto, per questo motivo le formazioni cittadine si arrangiano come possono.
Le soluzioni variano, c'è chi prova in stanze parrocchiali, chi in casa, sconvolgendo la tranquillità delle mura domestiche, chi scende nei garage emulando, inconsciamente, i Beatles.
In questo senso è ormai entrato di diritto nella storia sotterranea della città il Multi Center di Creazzo.
Il centro commerciale situato lungo la statale per Verona, è da anni un punto di ritrovo per le band vicentine. Con circa 1200 euro all'anno è possibile affittare uno dei molti garage dello stabile e trasformalo in una perfetta sala prove.
Da anni, i garage del Multi Center sono testimoni della storia delle molte formazioni rock, e non solo, che hanno animato l'ambiente musicale cittadino.
Le "salette prove" sono spesso condivise da più gruppi, e passano facilmente da una generazione all'altra. Ad ogni passaggio una nuova locandina, un nuovo poster, ma, anche, accorgimenti di tipo più pratico, come nuove prese per la corrente, pezzi di arredamento, un'insonorizzazione migliore.
Senza orari né controlli, la comunità che usufruisce di questi spazi, circa un centinaio di gruppi, continua a crescere, non senza problemi.
Non mancano i disagi, la corrente va e viene, anche a causa dell'ovvio sovraccarico dato da un tale concentrato di strumenti elettrici, la sicurezza, non sembra essere in cima alla lista delle preoccupazioni dei musicisti come di chi affitta loro i garage. «Qui è perfetto perché vai e vieni quando vuoi e puoi provare a qualunque ora, ma in inverno con le stufette elettriche la corrente continua a saltare, ci sentiamo un po' abusivi anche se il contratto d'affitto è regolare», spiega un abitante di questo regno sotterraneo, che per non avere problemi con chi gestisce gli affitti preferisce rimanere anonimo. Chissà come stanno questi locali in quanto a prevenzione antincendio, non c'è alcuna forma di riscaldamento per l'inverno, i muri sono ammuffiti e non mancano segni di infiltrazioni: la passeggiata per lo scantinato del rock, se pur suggestiva, mostra lo spirito di adattamento di chi in città non ha trovato spazio.
Nelle poche sale ufficiali della provincia, quelle attrezzate come il Jack Hole in via Zamenhof, i tempi sono contingentati: poche le sale e sempre prenotate. Un altro muro, che allontana gli aspiranti musicisti dal mondo delle sale prove ufficiali, è quello dei costi. I 15 euro all'ora per componente della band richiesti, prezzo che varia a seconda dello studio che affitta la stanza, appaiono una spesa troppo impegnativa per un mondo composto, per lo più, da studenti e giovani con stipendi bassi ed irregolari.
Per i meno facoltosi, anche nella musica, le possibilità scarseggiano: il mondo underground, è proprio il caso di dirlo, dei garage, o per i più fortunati, l'assalto alle taverne o alle mansarde delle proprie abitazioni.
«Ci troviamo quattro volte a settimana- conferma Giacomo Rossati, componente dei The Wanted- siamo fortunati perché il nostro bassista ha messo a disposizione una stanza di casa sua che abbiamo insonorizzato. Le sale da prove scarseggiano in città e nei pochi centri attrezzati è difficile prenotarsi. In molti, se hanno la possibilità, fanno come noi perché sì, in effetti, non ci sono molti altri posti».