NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Stazione non più solo treni e binari

di Federico Murzio
F.Murzio@libero.it

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stazione vicenza

Non solo transito

«La prima volta che mi sono accorta che la stazione dei treni non è più "solo" una stazione dei treni è stato in occasione di uno sciopero quando sono stata costretta ad aspettare un paio d'ore qui -racconta Marta, studentessa appena scesa dal regionale in arrivo da Venezia- Naturalmente, prima vedevo che stavano facendo dei lavori, ma pensavo fossero semplici interventi di restauro». «L'idea è buona e apprezzabile -le fa eco Eleonora, un'altra studentessa vicentina al ritorno dall'ateneo patavino- Oltretutto si ha la percezione immediata che ci sia un maggiore senso di sicurezza e di pulizia. Tuttavia, se si vuole creare un posto di aggregazione sfruttando l'offerta commerciale bisogna risolvere almeno un grosso problema. Anche se non credo esso dipenda direttamente dalle Ferrovie». Quale? «Il parcheggio» rispondono le due ragazze all'unisono.

I parcheggi infatti sembrano essere un vero punto dolente. Il ragionamento di chi la stazione la vive è questo: va benissimo una maggiore offerta commerciale in un ambiente riqualificato e gradevole, così come è nell'interesse della municipalità che la porta della città (tale per chi, naturalmente, non arrivi a Vicenza in auto o sul jet o sull'elicottero privato) diventi un'altra "piazza" cittadina, ma bisogna mettere in grado le persone di usufruirne. In altre parole, se gli unici parcheggi sono quelli del metropark (quello dietro la stazione Ftv) e il parking Verdi entrambi a pagamento, e la sosta davanti alla stazione è permessa solo per una manciata di minuti, pensa il pubblico, conviene di più dirigersi verso il centro città considerato che l'offerta commerciale e non solo quella sono maggiori. Oppure, conviene direttamente dirigersi verso uno dei tanti centri commerciali alla periferia della città dove, in aggiunta, il parcheggio è gratuito. Per quelli invece che preferiscono la bicicletta, c'è un posteggio apposito nel parcheggio metropark, ma sembra non essere sufficiente considerato che pieno già di prima mattina, a metà pomeriggio non è inusuale osservare biciclette lasciate incustodite tra le colonne della stazione stessa.

 

Questione di mobilità

La questione dei parcheggi non è sollevata in realtà solo dal bacino d'utenza delle Ferrovie dello Stato. «Una situazione del genere obbliga i clienti a soffermarsi non più del tempo occorrente per i loro affari -lamentano alcuni commercianti che hanno il punto vendita in stazione- In più il frangente economico non invita a spendere più della necessità. Questo si traduce nel fatto che tra spendere dei soldi per una bibita, o una rivista piuttosto che per un pezzo di pizza al taglio o un caffè e spendere per il parcheggio, le persone spendono per quest'ultima necessità. Perché, nel 90% dei casi, quelli che frequentano la stazione sono pendolari che usano il treno per andare a lavorare o studiare nelle università di Padova o Venezia o, nell'altra direzione verso Verona».

«In stazione si sta bene -dice ad esempio Turi Sambo, titolare in franchising della Maggiore National, un'agenzia di autonoleggio- Sia dal punto di vista della sicurezza perché gli agenti della Polfer fanno un ottimo lavoro di monitoraggio, sia dal punto di vista ambientale, per così dire». «Certo appena fuori dalla stazione l'ambiente è già diverso essendo la stazione incuneata tra Viale Milano da una parte, e Campo Marzo dall'altra» spiega Sambo. «La nostra clientela è un po' particolare e fonda le basi più sulla vocazione economica della città che su quella turistica. Infatti lavoriamo più con le aziende, soprattutto in concomitanza con la presenza delle fiere, che con i turisti stessi o gli abituali fruitori delle Ferrovie dello Stato».

«Il problema per noi che qui offriamo un servizio e vendiamo dei prodotti -osserva il tabaccaio della stazione- non è tanto che le persone non transitano, ma quanto che le persone non comprano. La crisi la vediamo anche noi. Ma credo questa sia una difficoltà che riguardi tutta, indipendentemente dal fatto che si abbia un'attività in centro città piuttosto che qui in stazione».

Altri operatori commerciali, pur condividendo le migliorie eseguite e la volontà di trasformazione della stazione, lamentano a "microfoni spenti" che gli affitti per i negozi sono cari considerando la crisi economica in atto. «A seconda della tipologia del contratto -conferma un negoziante- c'è chi spende anche 2260 euro al mese per 50 metri quadrati. Si vede che non riuscivano più a pagare l'affitto e se ne sono andati. Eppure, proprio qui una tipologia commerciale del genere sarebbe proprio utile ». Ma tant'è, il mercato è mercato, anche quando c'è la crisi.

 

(1. Continua)

nr. 17 anno XV dell'8 maggio 2010

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