NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Via Rodolfi, l'indifferenza uccide

di Tiziano Bullato
bullatot@tvavicenza.it

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Via Rodolfi, l'indifferenza uccide

La testimonianza finisce qui, ma l'indignazione cresce. Perché non è mai stato fatto nulla? Lo abbiamo chiesto per primo a Claudio Cicero, tirato direttamente in ballo da questa storia.

«Non è vero che non è stato fatto nulla - risponde Claudio Cicero - all'epoca vennero fatte verifiche sul raggio di curvatura della strada e sulla pericolosità intrinseca. Quelle verifiche ci dissero che la strada, percorsa a velocità idonea non era un problema in sé. Emotivamente capisco benissimo la signora Miozzi, ma mi chiedo: c'entra qualcosa la strada?».

Si, è vero, ma come la mettiamo con le foglie dei platani? Tenga conto che la signora Margherita Miozzi è piuttosto severa su questo punto. Si chiede: se sull'area ci fosse un piano edilizio i platani verrebbero tagliati senza pietà. E allora non vale la pena di tagliarli per salvare delle vite?

«Certo, se si vorranno tagliare le piante e si supererà l'opposizione ambientalista, si taglieranno. Ma ancora non si riesce a tagliare un albero per ampliare la rotatoria di Borgo Scroffa... Ecco davanti all'ospedale si dovrebbe fare una rotatoria, magari separare le due carreggiate, certo mettere dei guard-rail. Ma all'epoca il progetto era quello di creare proprio un percorso ciclopedonale protetto».

Già, ma la domanda è: perché nulla è mai stato fatto?

«È un problema di priorità. Sono state fatte altre cose e nel frattempo da due anni io non ho più quella responsabilità».

Dice bene, Claudio Cicero. Anche se è vero che l'otto gennaio del 2007 era stato un suo compagno di partito, Francesco Rucco, a protocollare in comune una domanda di attualità che metteva in discussione proprio il criterio delle priorità che era stato adottato. Allora il consigliere Rucco, dopo aver ricordato gli incidenti avvenuti in via Rodolfi, aveva criticato la decisione dell'amministrazione di procedere con costosi lavori in viale Diaz, chiedendo appunto «quali sono stati i criteri adottati per decidere di effettuare lavori per il restringimento della carreggiata in viale Diaz e quali i criteri che hanno privilegiato quella via a scapito di via Rodolfi».

«Anche in quel caso - ricorda oggi Francesco Rucco - l'assessore Cicero mi rispose dicendo che c'era un progetto, che alcune cose si potevano fare anche in tempi rapidi e che si sarebbe attivato. Poi non è stato fatto nulla. A questo punto posso già anticipare che ripresenterò un nuovo documento affinché la nuova amministrazione sia chiamata a fare, finalmente, qualcosa».

Ed eccoci arrivati allora alla attuale amministrazione. I più recenti avvenimenti, l'incidente del 24 aprile, hanno in qualche modo riavviato la discussione. Ce ne siamo occupati in televisione e Luca Ancetti ha avuto ospite in trasmissione, nel programma di approfondimento "In Fondo", l'assessore alla mobilità Antonio Marco Dalla Pozza. Sono arrivate nuove promesse. «Stiamo studiando il problema - ha spiegato Dalla Pozza - a cominciare dalla possibilità di indicare come possibili, dal parcheggio, solo le immissioni a destra, per incanalare il traffico verso la rotatoria di via Fratelli Bandiera. C'è in progetto un intervento strutturale, quello che prevede di rettificare la curva di via Rodolfi portando la strada a passare dove oggi c'è il parcheggio dell'ospedale e spostando il parking verso il seminario. Bisogna però andare piano, soprattutto se piove o se ci sono le foglie».

Una storia, dite la verità, che suona tanto di già sentito e di già sentito troppe volte. Eppure dall'assessore Dalla Pozza arriva anche una dichiarazione di principio: «Non voglio e non vorrei vedere più morti sulle strade della città e invece purtroppo lo scorso anno sono stati tanti, ben 17. Forse il problema è che circolano troppe auto, Vicenza arriva nelle statistiche solo dopo Milano e Monza. Bisogna favorire la mobilità alternativa, bici e pedoni...».

Ai principi, forse, sarebbe ora il caso di far seguire almeno qualche fatto. Anche uno piccolo, anche solo un guard-rail. Credo che lo dobbiamo alla nostra capacità di indignarci e credo anche che lo dobbiamo alla memoria di Mario Cingano.

 

nr. 17 anno XV dell'8 maggio 2010

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